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La verità di una vita
La montagna e le sue innumerevoli forze, impasto di leggenda e realtà, una fiaba senza tempo di un percorso scandito dai singoli giorni.
Adelmo Farandola è un uomo dimenticato da tutti, un pezzo di storia che ha perso una parte della propria, aggrappato e avvezzo ai silenzi, disabituato ad ascoltare, ripete gli stessi gesti, si sposta in modo guardingo, respira sensazioni, odori, rumori, in testa quel suono inquietante di quando era bambino.
Vive quassù, lontano da tutti, un eremita che diffida degli uomini, rigetta sguardi e domande indiscrete, unico compagno un cane parlante, capitatogli tra i piedi, a suo modo saggio o forse soltanto vecchio, mille voci gli parlano.
Non scherza, non ricorda di non ricordare, la solitudine di anni confonde la realtà vera e quella sognata. È abituato ad accontentarsi di poco, a parlare con i gorgoglìi della fame, non si lava da anni, impregnato di uno spesso strato colloso, come una seconda pelle.
Quell’alpe gli appartiene, così come gli animali e l’aria, può farci quello che vuole, non segue alcuna regola, non ha licenze, la solitudine gli piace e gli è vitale, lunghi anni per impararne il piacere ignorando la fame, il conforto di parlarsi da solo e di immaginare le voci delle bestie e delle cose pronte a rispondergli.
Fame, freddo e sonno gli siedono di fronte, fuori si affaccia il lungo inverno, la neve si muove, vive e respira, neve e ghiaccio sono creature rumorose, sfrontate, beffarde, bussano alla porta e chiedono di entrare.
Adelmo è assorto nei suoi pensieri, sepolto dalla neve, racconta in silenzio al cane addormentato, mentre qualcosa riemerge dal suo passato e dal fondo della sua memoria disastrata, un ritrovamento improvviso e inaspettato, misterioso e infausto, un cupo presagio inizia a percuoterne i giorni, le fantasie si fingono ricordi, le ore si confondono sotto gli strati di neve che trasformano la luce in un crepuscolo azzurro.
È qui che tutto nasce e pare confondersi, sparire, dissolversi, per riemergere, e pezzi di storia ricostruiscono accadimenti possibili, certezze nefaste, eventi improbabili, o forse è solo un’ idea nella testa.
Il racconto, secondo quanto ci dice l’ autore stesso, ha avuto origine da una storia vera, un incontro casuale durante un’ escursione montana, l’enigma mai svelato di un personaggio come tanti, intriso di mistero, leggenda, fantasia, epos. Il resto è una storia condita dalla penna, ma vera, e tale si presenta ai nostri occhi, sin dalle prime righe, di certo riesce a restituire l’ incompiuta fragranza di una presenza e di una vita condita di mistero e autenticità, ma che respira vividamente.