Dettagli Recensione
Anime distopiche
Il diciassette giugno segna tanti momenti salienti della vita di Mario, una data che scandisce ripetizioni di volti, luoghi e situazioni.
Mario, diviso tra più rapporti amorosi. Mario diviso tra anima e corpo, lacerato tra diverse e contrastanti declinazioni della parola “amore”.
Più storie si intersecano attorno al filo conduttore della corporeità, dell'uso e dell'abuso del corpo, strumento esso per dare e ricevere piacere e sofferenza.
Un percorso a ostacoli tra normalità e follia, vestiti degli abiti di persone perbene, ma pervasi da turpitudine e ossessioni. Così appaiono i protagonisti del romanzo, figure sfuggenti, invischiate in situazioni di perversione che mascherano voragini emotive e affettive.
Un romanzo composto da una sequenza di capitoli brevi dedicati in via alternata a ciascun protagonista che fluiscono in maniera circolare faticando a trovare una conclusione. Un contenuto destabilizzante attende il lettore, intrappolandolo in un gioco di specchi, dove distinguere il reale dall'illusorio diventa arduo.
Il registro stilistico è cerebrale, arzigogolato, insistente e ridondante per rendere volutamente l'effetto del doppio, del ripetuto, del lato nascosto da captare e svelare.
La parte più cupa, tenebrosa e disturbante si genera dalle continue e dettagliate immagini di pratiche sessuali estreme e da immagini di violenze deprecabili.
Un lavoro in cui si riconosce la capacità dell'autore nel costruire un castello di dolore e tristezza, toccando temi crudi e forti in maniera a volte diretta a volta mitigata dal dubbio, tuttavia si tratta di una lettura complessa che non concede sconti alla sensibilità del pubblico.
Indicazioni utili
- sì
- no