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I nati vecchi
Credo che se un giovane di oggi, adolescente in particolare, si mettesse a leggere questo libro, ne uscirebbe sconvolto.
Immaginate la nostra epoca dove ormai tutti sono perennemente collegati a TikTok, Facebook, Instragram e altri social vari, all'improvviso vengono a scoprire che nello scorso secolo, gli adolescenti e i giovani si incontravano nei salotti di casa e parlassero di poesia, storia, del Manzoni e che come passatempo più alternativo era quello di fare partite a tennis, con gonne ascellari di flanella e nel frattempo il pubblico si intratteneva a leggere di politica o a parlare di letteratura.....è passato un secolo, sembra siano passati mille anni.
Il libro e un continuo miscuglio di situazioni e ricordi storici, che confluiranno poi con l'avvento del Fascismo e la distruzione dell'Europa.
Mentre incombe questa spada di Damocle, il protagonista goffamente si innamora di una altezzosa ricca borghese che gli farà patire le pene dell'inferno per concedergli un bacio o di tenerle la mano.
Purtroppo il libro ha dei momenti veramente mesti e noiosi, l'autore continua imperterrito a mescolare, spesso in maniera confusa e scialba, le avventure di questi ricchi ragazzi appartenenti all'aristocrazia ebraica di Ferrara agli avvenimenti storici che stanno accadendo e che porteranno al disastro della guerra.
Spesso ci sono dei salti temporali, tipici di coloro che scrivono un testo, lo lasciano fermo per un certo periodo e poi vi rimettono mano senza prima aver riletto quello che hanno scritto, creando quindi confusione e scarsa logica nel dimenarsi del racconto e degli avvenimenti.
Oggi certo in una società dove i rapporti sono estremamente "liquidi" e dove ci si incontra e perde definitivamente nell'arco di una giornata, colpisce apprendere che appunto nel '900 le amicizie e gli amori erano un qualcosa di estremamente speciale, dove un bacio era visto come un atto di estrema spudoratezza sessuale e dove gli amici si incontravano, ci si passeggiava insieme, si discuteva dell'amore e della politica, si scrivevano le cartoline quando si viaggiava e c'erano le carrozze ad aspettarti fuori dalle stazioni con i treni a vapore.....più che il secolo scorso sembra la preistoria dell'essere umano.
Ne è stato tratto un film, vincitore di un Oscar, del grande e compianto Vittorio de Sica. La gestazione della pellicola è stata un calvario per gli attriti tra lo scrittore e il regista, che voleva spingere sull'acceleratore per rendere la storia più fluida e sensuale e richiamare maggior pubblico in sala....alla fine lo scrittore esasperato decise che il buon Vittorio doveva occultare il suo nome dai titoli di testa e di coda......insomma che vi leggete il libro non potete perdervi il film!!
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