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LA PERIFERIA DEL CUORE
La vita di Gaia è un'eterna strada in salita, un percorso ad ostacoli imposto dall'essere nata in un nucleo familiare schiacciato da difficoltà economiche che ne condizionano l'esistenza.
Una mamma simbolo di caparbietà che lotta ogni giorno per la sopravvivenza della famiglia, perchè la vita non le ha fatto sconti.
Un padre disabile che si spegne ogni giorno di più come un moccolo lasciato acceso troppo a lungo, sfibrato e silente.
Tre fratelli chiamati a condividere le stesse privazioni, difficoltà e angustie.
Sulla storia principale si innestano tante altre storie, per dare vita ad un microcosmo sociale che parla di disagio, emarginazione, ribellione e cadute.
Un racconto dove troneggia il dettaglio, degli ambienti, del vestiario, dei cibi consumati, degli usi e costumi a cavallo tra il novanta e il duemila, per dare vita ad un quadro esaustivo di contemporaneità. Facile per il lettore specchiarsi e ritrovarsi nello spaccato sociale che emerge nitido e realistico dalle pagine.
L'elemento fantasioso sembra assente dal telaio narrativo, sembra più verosimile e percepibile che l'autrice abbia attinto a piene mani da situazioni conosciute, di cui ha modellato volti ed eventi ma senza snaturarne le anime.
Cuori alla deriva, talora aggressivi talora sottomessi.
Un romanzo di contenuti, una scatola che ne racchiude molte altre, una voce narrante che coinvolge ed incalza il pubblico a completare il cammino insieme a lei.
Questa non è una storia di redenzione e non se ne percepisce l'intento da parte dell'autrice; è una storia il cui peso specifico è importante nella formazione di chi scrive, come un tatuaggio sulla pelle.
Un'autrice giovane anagraficamente e nel modus di scrittura, una penna che segue il flusso del pensiero in maniera rapida con un'esposizione immediata seppure con occhio attento al particolare descrittivo ed emotivo.
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Commenti
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Penso che questo libro non sia nelle mie corde. Volentieri passo.