Dettagli Recensione
Narrazione “al chiuso”
Narrazione al “chiuso”
Dalle prime pagine ti aspetti qualcosa di grande che sembra avvicinarsi, ma non arriva. Mi è sembrato di rincorrerlo, di cercarlo dietro l’orlo della pagina…ecco, l’ho preso. No, quel qualcosa di grande, di particolare, che rende un libro indimenticabile, non sono riuscita ad afferrarlo.
L’impianto, basato su una narrazione avente ambientazioni al chiuso, le case, appunto, da cui il titolo, è la particolarità dell’opera.
Ogni ambiente dà il nome anche al paragrafo: Casa di Parenti, Casa delle pietre, casa sopra i tetti, etc…seguita da una data, che scandisce i momenti salienti della vita del protagonista, Io.
La sua storia, ambientata in varie case o stanze al chiuso, segue vari binari temporali, prosegue per flashback e ritorni al presente.
A questa interessante e, per me, originale struttura narrativa si aggiunge anche uno stile scorrevole, sincopato, tipico dei poeti che a me piace tanto.
Tuttavia non sono stata in grado di apprezzarlo in pieno e me ne spiace tanto.
Si sente da mille miglia che Bajani sa scrivere molto bene, ha una penna interessante e sicura, ma a parte la progettazione per spazi chiusi, non sono stata coinvolta.
Mi meraviglia inoltre la doppia candidatura (non solo sua) sia allo Strega che al Campiello.
Indicazioni utili
- sì
- no
Commenti
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Ordina
|
Bellissimo.
Questo titolo mi sa che lo passo...
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Federica