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Il sentiero dei nidi di ragno
 
Il sentiero dei nidi di ragno 2021-07-01 07:59:02 Lety123
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Lety123 Opinione inserita da Lety123    01 Luglio, 2021
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Pin che sorprende

Italo Calvino è stato uno scrittore italiano, intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale, è stato uno dei narratori italiani più importanti del secondo Novecento. Ha scritto molte opere ma “il sentiero dei nidi di ragno” è stato il suo primo libro e successivamente ne sono venuti molti altri come: “il barone rampante”, “le città invisibili”, “se una notte di inverno un viaggiatore”…
“Il sentiero dei nidi di ragno” è stato pubblicato nel 1947 a soli 24 anni e scritto per partecipare al Premio Mondadori. "Ricordo che scrissi con grande lentezza e incertezza il primo capitolo, poi lo interruppi per alcuni mesi, poi decisi di finirlo e lo portai avanti tutto d'un fiato".
Lo scrisse motivato dalla fine di una guerra straziante che non ha risparmiato nessuno. Simbolo della necessità, talvolta una vera e propria smania, di raccontare e condividere qualcosa.
Tornando a parlare più specificamente del libro appena letto, questo fa parte della cosiddetta “letteratura della Resistenza” ovvero le opere che s’impegnano nella valutazione della lotta partigiana contro il fascismo. Infatti questo libro inizia parlando della situazione generica della popolazione durante la guerra e finisce con esperienze quasi “sul campo” del protagonista.
Il libro è scritto molto bene: con un registro medio quindi che tutti possono leggere e capire anche se in alcuni punti si nota il lessico diverso dai libri dei giorni nostri.
Il protagonista di “Il sentiero dei nidi di ragno” è Pin, un bambino, solo come etichetta però perché in realtà non è mai stato un bambino: non ha avuto un’infanzia non essendo cresciuto con la madre che morì poco dopo la sua nascita, il padre che era sempre in prigione e la sorella che anche da giovane non lo aveva mai curato molto e una volta cresciuta intraprese il lavoro di prostituta. Pin è cresciuto in mezzo agli adulti, imparò a parlare come loro e ad interessarsi agli argomenti a cui si interessavano loro (armi, donne, guerra …) ma nonostante ciò aveva anche lui alcune piccole abitudini da bambino: amava il sentiero dei nidi di ragno che lo incuriosiva molto, che era convinto la sua esistenza fosse un segreto per tutti a parte che per lui e dove poteva giocare come un vero bambino da solo. Sognava di avere degli amici ma era consapevole dell’impossibilità di questo a causa della troppa conoscenza su argomenti non adatti alla sua età, e perciò continuò a ridere e scherzare con gli adulti fino alla fine. E perché scegliere Pin, come protagonista di una storia adulta di sangue e sofferenza?
“Ogni volta che si è stati testimoni o attori di un’epoca storica, ci si sente presi da una responsabilità speciale. A me, questa responsabilità finiva per farmi sentire il tema della Resistenza come troppo impegnativo e solenne per le mie forze. E allora decisi che l’avrei affrontato non di petto ma di scorcio. Tutto doveva essere visto dagli occhi d’un bambino, in un ambiente di monelli e vagabondi. Inventai una storia che restasse in margine alla guerra partigiana, ai suoi eroismi e sacrifici, ma nello stesso tempo ne rendesse il colore, l’aspro sapore, il ritmo”.
Infatti è molto curioso vedere dagli occhi di un bambino gli adulti che lui giudica strani, quasi li odia, ma li vede come l’unico mondo di cui può far parte “I grandi sono una razza ambigua e traditrice, non hanno quella serietà terribile nei giochi propria dei ragazzi, pure hanno anch’essi i loro giochi, sempre più seri, un gioco dentro l’altro che non si riesce mai a capire qual è il gioco vero” (pagina 20).
In questa storia ci sono molti personaggi ma è molto bello il fatto che questi siano descritti in modo molto accurato: per esempio di ognuno sappiamo la sua storia, con varie curiosità successive e abitudini strane. Un esempio può essere il Dritto, Pelle, Cugino … Tutti sono stati fondamentali per l’evoluzione della trama e divertenti da leggere per il lettore perché dopotutto l’obbiettivo di Calvino è stato raggiunto perché in questo modo il paesaggio distruttivo, triste, di sofferenza della guerra viene assorbito in parte da Pin con le sue battute divertenti per tutti a parte che per l’obbiettivo di esse.
Finisco facendo un’ultima considerazione: ho notando riguardando i personaggi del libro che nessuno di questi si presenta o comunque viene chiamato con il suo vero nome ma tutti hanno dei soprannomi come Cugino, Lupo Rosso, la Nera di Carrugio Lungo, il Giraffa … Ciò rende tutto più divertente ma anche più misterioso.
Onestamente ero convinta non mi sarebbe piaciuto questo libro perché storico, tratta della guerra e quindi mi aspettavo una storia noiosa che doveva solo farci capire come si viveva a quel tempo, ed invece mi sono sorpresa interessata alla vita di Pin e di tutte le persone che incontrava. Non sono mai riuscita ad in personificarmi in Pin a causa del suo carattere da bambino piuttosto strano ma in ogni caso durante tutto il brano ho provato un forte affetto nei sui confronti.

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