Dettagli Recensione
L'incompletezza dell'esistenza
Questo romanzo è stato per lungo tempo sui ripiani della mia libreria, nonostante la voglia di leggerlo e la storia di Alice e Mattia mi abbia sempre incuriosita.
In questi giorni era arrivato evidentemente il momento "giusto" per leggerlo, e l'ho capito con un semplice segnale a conferma di ciò, perchè l'ho letteralmente divorato in due giorni.
La narrazione scorre veloce, si fa davvero leggere con facilità, ed i capitoli, spesso alternati nella trattazione delle vicende dei due protagonisti, rendono molto bene il punto di vista di entrambi, in particolare nelle vicende che li riguardano, quelle in cui i due destini si sono intrecciati.
Si tratta di un romanzo che affronta molti temi, primo fra tutti, come si evince dal titolo, quello della solitudine. Una solitudine amara, figlia dell'incomprensione, delle parole non dette, delle emozioni non pienamente espresse, che ha come cardine i due protagonisti ma attorno ai quali si scoprono numerose relazioni che fanno da satellite ai loro sentimenti senza mai approfondire gli abissi che nascondono e portano con sè. Una solitudine che provano questi due adolescenti diventati adulti vivendosi accanto, sfiorandosi, ma senza mai davvero toccarsi, e che in alcuni tratti sembrano condividere, immaginando se stessi come le uniche anime in grado di comprendersi davvero e per questo sentendosi uniti in questo legame, unico e indissolubile.
Una frase molto bella del romanzo che cito di seguito riassume tutto ciò: "Se lui si fosse spostato, lei l'avrebbe percepito in qualche modo. Perchè lei e Mattia erano uniti da un filo elastico e invisibile, sepolto sotto un mucchio di cose di poca importanza, un filo che poteva esistere soltanto fra due come loro: due che avevano riconosciuto la propria solitudine l'uno nell'altra".
Ma non solo solitudine: è un romanzo che parla di perdita, di bullismo, di relazione con il proprio corpo che sfocia nell'anoressia e nell'autolesionismo, di relazioni genitori-figli, con le loro incomprensioni e quella cecità da parte degli adulti di fronte ai silenzi dei figli.
Questo altro tema in particolare fa da sfondo all'intero romanzo, perchè la vera solitudine Alice e Mattia la provano nell'inesistenza del legame con i loro genitori, presenti-assenti, nell'incapacità di comunicare e comprendersi vicendevolmente, aspetto che si ripercuote in moltissimi frangenti della loro esistenza.
Nel complesso, per certi versi ho apprezzato la trama e la capacità dell'autore di rendere con chiarezza le emozioni provate, ma non credo mi abbia convinto del tutto, forse perchè mi aspettavo qualcosa di più da questo romanzo di cui si è parlato e scritto molto.
Potrei dire che non mi ha emozionato molto, mi ha lasciato un po' di domande su questioni e temi che invece avrei preferito fossero approfondite un po' di più, in particolare nel finale, e che invece trovo siano stati un po' abbandonati tra le pagine prima di concludersi.
Forse perchè da inguaribile romantica mi sarei aspettata un finale diverso, ma mi sento comunque di consigliarne la lettura perchè è una piacevole lettura, sicuramente non leggera ma apprezzabile da chi crede nella forza dei legami, quelli unici e indissolubili, quelli che crescono con te, che restano nonostante i mutamenti della vita, quelli che sanno salvare, prima di tutto da se stessi.
Indicazioni utili
Per quanto riguarda la trama, anche a chi ha letto e apprezzato Un giorno di David Nicholls.
Commenti
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E' vero, Laura, che si tratta di un libro scorrevole che si legge in fretta, però la scrittura m'è parsa qualitativamente disomogenea : molto bella nella prima parte, poi scende di livello.
Non ho letto altro dell'autore, che comunque mi incuriosisce.