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L'ARMINUTA NON MI HA CONVINTA
L'autrice usa con maestria le parole, scrive molto bene e questo si intuisce subito leggendo le prime pagine di questa storia, ma il grosso difetto di questo libro è che il tema drammatico che ci viene proposto doveva essere trattato in maniera più cruda e reale.
Certo probabilmente è solo un gusto personale però a questa storia manca l'anima, ma ora mi spiego meglio.
Il libro tratta un tema delicato, l'Arminuta, è una ragazza che da piccola viene affidata ad alcuni parenti ricchi e a quasi quattordici anni viene "scaricata" ai genitori naturali, che però vivono in condizioni più umili.
Scopre di avere una sorella e tre fratelli e non riesce ad adattarsi alla nuova realtà sentendosi fuori posto.
Il libro è corto, si lascia leggere in un pomeriggio ma quello che mi ha convinto di meno è il fatto che la Di Pietrantonio non sia andata completamente a "indagare" nell'anima dell'Arminuta, delineando questo personaggio in maniera superficiale.
L'autrice decide di non approfondire i suoi personaggi, scelta a mio avviso poco felice, purtroppo ho trovato che l'Arminuta sia fredda e distante e resti solo una spettatrice senza diventare la protagonista della sua storia, quasi non sembra reale, non ha una vera e propria reazione.
Sembra un personaggio interessante, il fatto di essere stata abbandonata da entrambe le sue madri, quella biologica e quella adottiva, dovrebbe far scattare un'empatia immediata che però non nasce subito ma nemmeno verso la fine.
L'Arminuta vuole capire perché quando aveva solo sei mesi è stata affidata a una cugina e perché è stata restituita senza motivo così da un giorno all'altro e soprattutto chi delle due madri può considerare tale.
Perfino la parola "mamma" non ha significato per lei, è sicuramente in cerca di una sua identità che non riesce a trovare, anche se non fa nulla per cambiare le cose come dicevo ha un ruolo passivo.
Per i suoi genitori è come se non ci fosse questa identità, per loro lei è solo un peso.
Adriana, la sorella, è forse il personaggio più interessante ma che comunque rimane un po' in disparte ma il rapporto che si crea con l'Arminuta è sicuramente molto intenso e di complicità.
L'autrice usa sapientemente la sua capacità comunicativa, la sua scrittura è solida, asciutta ed essenziale però va a discapito di una storia che non riesce a convincere del tutto, che trasmette poco o nulla al lettore.
Il libro sembra essere solo di chi lo ha scritto, la Di Pietrantonio l'ha tenuto per sé e non l'ha mai lasciato andare e il lettore non riesce a immedesimarsi completamente in questa storia.
Ho trovato la prima parte molto più interessante, la descrizione di quella nuova realtà da come passi dalla ricchezza alla miseria, ma poi l'autrice cambia registro e ci fa vedere un lato meno realista e forse più forzato, che sia stato a favore di una maggiore vendibilità a livello editoriale? Però ne ha fatto le spese la storia che risulta "finta".
Un vero peccato.
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