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Alla riscoperta della Pianura Padana
«La nebbia ha a che fare forse con la noia? Una delle domande suggerite dalla nebbia non è: dove sono? Ma piuttosto: dove sono gli altri? E anche: cosa lega i miei pensieri alle cose che ci sono? La nebbia consente di immaginare, di guardare, di vedere quello che non si riesce a vedere quando tutto è completamente visibile.»
In questa sua ultima fatica Marco Belpoliti ci conduce per mano in un viaggio attraverso la Pianura Padana (versante emiliano). Il titolo nasce in quella che è una struttura aneddotica e si sviluppa cercando di portare l’attenzione del lettore proprio su quei misteri del presente e del passato che si celano in questo luogo dalle linee piatte e lineari. Marco non si fa però spaventare da queste linee rette che la caratterizzano, da questa assenza di curve che ne evolvono il promontorio, da questo solo apparente luogo caratterizzato da precisamente una pianura senza confini e la cui distesa non sembra averne. Egli ci fa riflettere sul fatto che in verità soltanto in apparenza ella è piatta in quanto, è un posto in mutamento costante. E come muta lei mutano anche i suoi abitanti e le loro storie, i loro aneddoti e il loro vivere.
Belpoliti tra queste pagine cerca di mapparla, di definirla e per farlo parte dalle epoche preromane passando per il Rinascimento, e lo fa con illustrazioni, immagini, scarabocchi, incontri con quelle persone che hanno legato il loro vivere alla Pianura Padana (da Luigi Ghirri a Giovanni Lindo Ferretti). Ecco perché questo suo ultimo lavoro può essere considerato una vera e propria cartografia, un diario di viaggio. Un’idea, questo scritto, che ha preso forma e campo ben venti anni fa quando già un contratto con Einaudi era stato siglato per la sua realizzazione. Sono passati gli anni, le storie, i pensieri e le riflessioni si sono accumulate ed alla fine è nato. Da un processo di accumulo, da un bisogno giunto e raggiunto di scriverne e dargli forma e contorno.
“Pianura” è sì una cartografia ma è anche un memoir per chi quella terra l’ha vissuta e la vive vicina, per chi quella terra dall’assenza di curve e spunzoni la sente pulsare nel cuore. Non è un titolo per tutti, l’ultima fatica di Belpoliti, ma certamente non mancherà di solleticare la curiosità degli appassionati e di chi è interessato a leggere la storia di una regione da un punto di vista interno, da una diversa prospettiva.
«La sua era una attenzione fatta di cose antiche, ma sempre nuove, quelle che vedono gli abitanti della campagna emiliana da secoli: pezzi di cielo, oggetti di casa, muri sbrecciati, vecchie cascine, cose di nessuna importanza per cui mai nessuno prima di lui s’era fermato a ritrarle.»