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Vita da barcaiolo
I burchi dal fondo piatto percorrono il dedalo di canali e lagune venete trasportando merci di ogni genere fin sul finire degli anni sessanta del secolo scorso.
Sulle sponde e agli attracchi fioriscono piccoli borghi il cui fulcro è un'osteria, luogo di incontro per rifocillare con un bicchiere di vino e due chiacchiere i “barcari” corrosi dai giorni trascorsi vogando. Faticoso e pittoresco insieme questo mestiere una vocazione per qualcuno un'eredità gravosa per altri, tramandata di padre in figlio.
Sono anni in cui l'Italia sta mutando, i servizi igienici prendono posto all'interno delle abitazioni, la televisione è l'oggetto più ambito, il motore soppianta il traino a cavallo e le imbarcazioni a remi, la fabbrica è la nuova dimensione lavorativa.
Mentre le acque dei fiumi sembrano soggiacere sempre alle stesse regole della corrente e delle piene, il paese morde il freno e corre verso la modernità.
La generazione di adolescenti del 1965 come il giovane Ganbeto, vive appieno questa metamorfosi socio-culturale; lasciare gli studi per fare il mozzo sul burchio di famiglia per volontà del nonno, assume le sembianze di una eccitante avventura nella fase iniziale per divenire poi costrizione e insofferenza col tempo.
Densamente realistico lo spaccato regionale proposto da Paolo Malaguti, in grado di raccontare un pezzo di storia che merita di essere ricordata, conferendo dignità ad una popolazione vissuta in territori disagevoli e complicati, dedita ad antichi mestieri che facevano dell'acqua strumento di lavoro e di sopravvivenza per portare un pezzo di pane sulla tavola.
Un mondo arcaico quello lagunare e fluviale, dominato da proprie leggi non scritte e tradizioni.
Animi duri, forgiati dalle correnti e dalle privazioni, dai sacrifici e dalla caparbietà.
Un flusso narrativo che si affida in buona parte ai dialoghi, colorandoli di termini e locuzioni dialettali per creare una fusione ottimale tra persone e luoghi, tra volti e contesto sociale.
Un romanzo il cui genere fa tornare alla memoria l'indimenticabile Sebastiano Vassalli, per la nitidezza dei protagonisti attraverso le cui storie personali si vuole raccontare la grande Storia di un Paese dalle forti caratterizzazioni regionali come il nostro.
Il titolo è stato selezionato per concorrere all'edizione 2021 del Premio Campiello.