Dettagli Recensione
Ma chi è Lorenzo Ciabatti?
Ho iniziato la lettura con qualche pregiudizio, ma devo dire che la prima parte dell'autobiografia di Teresa è meravigliosa. Uno potrebbe trovare antipatico il suo parlare degli altri "i poveri" e il suo guardare la gente dalla terrazza della sua reggia. Ma perchè antipatico? Io ho adorato le prime pagine. Il guardare dall'alto in basso le cose potrebbe anche essere il modo di Teresa di fare ironia sul bel mondo di cui ha fatto parte fuggevolmente per poi ritrovarsi a Roma nell'appartamentino (da povera, tutto è relativo a quanto pare) al Parioli. Dicevo che queste prime pagine puntano alla verità, scavano e tagliano. Ma non è tanto la curiosità spicciola ad appassionare quanto l'affondo impietoso di Teresa e la sua ricerca di verità e anche di una identità perduta. Credo che dopo l'episodio del rapimento, bellissimo, il testo perde un po' di coraggio e si piega sulla povera Teresa deviando dalla ricerca di verità e di identità. Perciò si fa meno interessante. Si piega nel rimpianto di quanto perduto, più dei beni materiali che degli affetti, e non c'è una spiegazione chiara sui fatti, solo supposizioni. La seconda parte meno forte è segno di un cammino di Teresa ancora in fieri. Comunque il libro è bellissimo, la prima parte è davvero interessante.
A chi trovasse la storia povera di contenuto io obietterei che la ricerca della verità è sempre un contenuto molto migliore del sentimentalismo buonista di tanta narrativa contemporanea. Se non avesse perso colpi nella seconda parte era un libro da premiare senza ombra di dubbio.
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Non sapevo fosse un testo autobiografico, ma non ho assolutamente preclusioni su questo aspetto, anzi può essere un elemento in più di interesse.
Indagare alla scoperta della verità è già una predisposizione all'approfondimento.
Al momento attendo ; si può leggere.