Dettagli Recensione
"E siamo noi"
"Questa è la storia di Livia, di Emanuela (Orlandi), di tutte le ragazze cadute nella botola."
...di ragazze che non tornano, che si perdono, ognuna a modo suo.
La Ciabatti è così... prendere o lasciare.
È spudoratamente antipatica, anaffettiva, egoista, mitomane, manipolatrice e dichiaratamente bugiarda.
Ma io la adoro.
Mi piace proprio perché non si nasconde, non cerca di apparire migliore di quel che è... e perché è capace di vergognarsi.
Dopotutto bisogna avere molto coraggio per ammettere di essere vigliacchi!
La sua scrittura è schietta, scarna, veloce, a volte caotica, ma capace, a suon di graffi, di farti arrivare nel profondo, di farti sentire il bruciore della pelle graffiata.
Io con lei mi sento sprofondare nelle umane debolezze, nelle fragilità, nell'irrisolto che, in un modo o nell'altro, appartiene a tutti.
"E siamo noi".
Solo che noi tentiamo in tutti i modi di nasconderlo, lei lo scrive.
Lei è la dimostrazione di come ognuno di noi riesca a contenere in sé tante cose disarmoniche. Spaiate. Asimmetriche. (Come i seni della protagonista).
In questo libro c'è tutto.
Confessione, voglia di rivalsa, grido di rabbia soffocata, dolore, ma anche tenerezza, pietas.
C'è la crescita di una ragazzina, attraverso la non accettazione del proprio corpo, attraverso le differenze sociali, l'esclusione, il non appartenere a certi ambienti e soprattutto a certi canoni di bellezza fisica.
Lei, la deforme.
Lei, che voleva gli occhi blu.
Lei, che sognava di sprofondare nel camerino del negozio, di cadere nella botola, essere rapita, rinchiusa, solo per poter essere notata. Sentirsi importante.
C'è l'amicizia.
Un'amicizia femminile fatta di condivisione, di giornate intere sul tappeto azzurro passate a sentirsi ai margini, troppo grasse, troppo vergini... ma anche di gelosie, di invidie, di troppe cose taciute.
C'è il tempo che passa, l'apice del successo (che non dura per sempre), i fallimenti di moglie (fedifraga) e soprattutto di madre (snaturata).
C'è la menopausa che di colpo la catapulta al di là del muro, c'è l'espiazione, il senso di colpa, la voglia di riparazione, o semplicemente il desiderio di perdonarsi.
Con il passare degli anni la bellezza come strumento di prevaricazione non esiste più, il tempo livella tutto.
Vecchiaia democratica.
C'è il danno, la "sopravvivenza" che passa attraverso la disabilità e la malattia.
Passare dall'essere oggetto del desiderio di tutti al rimanere prigioniera nella testa di eterna ragazza, regredita in un mondo fatto di volteggi su se stessa, di palloncini che volano e primi amori cristallizzati nel tempo.
Un romanzo che fonde autobiografia e fiction. Non sapremo mai qual è il confine, e forse il bello è anche questo. Lo è per me, almeno.
Un romanzo pieno di donne.
Donne che sono figlie, sorelle, madri, amiche, nemiche, amanti... donne che si sentono inadeguate, che sbagliano, che si perdono, che si ritrovano, che si perdonano.
"E siamo noi".
Trascinante.
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Commenti
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È antipatica ai più.
A me piace proprio perché non finge di essere diversa.
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Antonella , quel "prendere o lasciare" mi spaventa un po'. Vedo che tu 'hai preso' e ne sei soddisfatta.