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La tripla vita di Michele Sparacino
Questo racconto, preso da una serie di storie che Camilleri scrive per “divertimento personale” e che nelle sue intenzioni non hanno una destinazione editoriale, è un autentico, piccolo capolavoro, che il Maestro cesella con fine arguzia e sapiente costruzione tecnica. L’antefatto della creazione del libro è nelle parole dello stesso Camilleri nell’appendice “Un destino ritardato”, conversazione con Andrea Camilleri di Francesco Piccolo. “Si arriva a scrivere un racconto per suggestioni lontanissime. La prima suggestione per creare il personaggio di Michele Sparacino è nata dalla frase conclusiva de “I vecchi e i giovani” di Luigi Pirandello, perché dovendo rispondere ad una domanda: “ Cos’è un italiano?”, la va a cercare nel testo pirandelliano. Un ex garibaldino equivocando i fatti, si veste con le medaglie, l’esercito gli spara e quando lo rivoltano è pieno di medaglie risorgimentali e allora si chiedono: “Chi avevano ucciso?”Questa è l’ultima frase del libro. E dunque nasce l’idea di scrivere, di uno che è esistito ma era come se non fosse esistito; o è sempre esistito equivocato ogni volta per essere un altro e che, quando muore, nella terza vita riesce ad essere quello che è, cioè un ignoto”. Michele Sparacino vive un’altra vita, ma è una vita antecedente, cioè vive una vita da adulto quando è ancora neonato e vive una vita da uomo ormai leggenda quando è appena adulto. Quando è ormai già morto diventa un eroe ignoto, emblema di tutti gli eroi di guerra: il milite ignoto. Camilleri, in questo gioco pirandelliano, lascia sulla corda il lettore che si chiede quando gli investigatori capiranno la verità. Una spiegazione esplicita dello sfasamento temporale dell’equivoco non ci sarà, Camilleri dice che non si può dare sempre la caramella al lettore, ogni volta che piange. In questo racconto della serie fantastici c’è l’Italia di ieri, ma anche quella di oggi, un riferimento al cattivo giornalismo (A che cosa porta il cattivo giornalismo), alla bieca informazione che manipola l’opinione dei lettori; alla ricerca di un capro espiatorio, nella finta intervista Michele Sparacino diventa il colpevole di ogni misfatto. L’ambientazione di questa improbabile storia è Vigata e non poteva essere altrimenti, il tessuto linguistico è sempre quello così arricchito e variato nelle sue ampie reti stilistiche, nato, oltre per le già note spiegazioni dell’autore, per spiegarsi e piegarsi ad una realtà poliforma e complessa. Egli trova infinite risorse espressive in questo scomporre e ricreare linguistico, questa originale e collaudata commistione linguistica ha superato la fase sperimentale a tal punto da diventare a tutto diritto una lingua classica e storica. Una volta si diceva lunga vita al re, o come gli Inglesi “ Dio salvi la regina”, noi cultori del mondo letterario di Camilleri diciamo: “Possa la sua longeva e artistica vena scorrere come fiume perenne.