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Lontani da tutto. Ma non dal male
Trama: Le Case è un piccolo borgo della Maremma abitato esclusivamente da persone anziane. Un posto in cui le vicende personali si intersecano sino a creare una storia corale fatta di invidie, violenze, vigliaccherie e cattiverie d'ogni tipo.
????Ora, capisco che parlare di capolavoro sia forse eccessivo, tuttavia vorrei spendere questo sostantivo per definire in tal modo il miglior romanzo capitatomi tra le mani negli ultimi anni.
Sacha Naspini sceglie una cifra stilistica debitrice al dialetto toscano perfettamente armonizzato con la lingua italiana, creando un linguaggio crudo, aspro e di facile fruizione, ottimo per riferire dei fatti accaduti nel corso dei decenni in quell'angolo di mondo alieno a qualsiasi modernità, quasi fosse un enclave atavica, rimasta isolata con i suoi segreti inconfessabili e i suoi insostenibili dolori.
Ogni capitolo (raccontato da un personaggio diverso) ci immerge in una fiaba nera, in un abisso dal quale, nonostante il naturale rigetto, pare impossibile distaccarsi. Naspini procede fluido nella costruzione di un'architettura impensabile, piena zeppa di colpi di scena e di trovate che lasciano a bocca aperta. L'autore ci costringe a osservare le brutture di questo microcosmo stantio, in cui i lati più deprecabili della provincia, e più in generale della società odierna, inducono ad interrogarci. Cosa avremmo fatto noi nei panni di questi grotteschi personaggi? Domande le cui risposte terrorizzano, riuscendo a portare alla luce i nostri antri più oscuri. Le Case è come un essere senziente, nutrito metodicamente dalle storie e dai sentimenti dei suoi abitanti, un non luogo in cui dramma, horror, thriller e (rari) scorci romantici si avvicendano in una lettura punteggiata da continui scheletri negli armadi, simulacri mostruosi in onore della natura orripilante, e quindi così umana, dei suoi abitanti.