Dettagli Recensione
La nostra storia
«Non poteva meritarsi o governare quella felicità, né recarne un’altra in dono. Era come la guerra, in fondo. La stessa cosa. Per fare bene la guerra occorrevano coraggio e devozione, ci voleva un cuore puro; lui invece sapeva soltanto fuggire.»
Siamo nel 1917 quando Maurizio Sartori, consapevole che quella guerra non gli avrebbe portato altro che morte certa, diserta. Una massa di uomini che avanza lungo la strada, un ferito al suo fianco, cannoni abbandonati nella luce grigia come scheletri ormai privati di ogni carne. È questo lo scenario che ha innanzi. Ha sorriso Sartori in quei mesi, ha sorriso per non perdere la ragione, ha fatto quel che gli è stato detto di fare, ha rischiato più volte di essere colpito da granate, pallottole e sganassoni, la fuga quale unica alternativa è quel che gli resta. Il freddo, il gelo. Un soldato che viene dal Piave di origine veneta; è questo e niente altro. Una fattoria, una giovane donna che scoprirà chiamarsi Nadia Tassan, una ragazza, andata al pozzo con il suo scialle e il corpo bellissimo, che qui incontra il suo biondino. Un uomo, un padre che decide, nonostante non si fidi, di accogliere quel girovago che ha capito essere un fuggiasco ma che comunque è un uomo e ha due braccia e può aiutarlo a gestire i campi e la casa di campagna ora che i suoi figli maschi sono tutti al fronte e soltanto le femmine, adatte al lavoro casalingo, abitano le sue mura. L’attrazione tra i giovani è tanta, non si resistono. Maurizio non è un uomo coraggioso, scappa ancora una volta, poi ritorna. Ritorna e inizia la loro vita quale famiglia: Nadia, Maurizio e i loro tre figli Gabriele, Renzo e Domenico che cresceranno in quegli anni della guerra e che a loro volta porteranno a compimento la dinastia della famiglia Sartori sino a quelli che sono i nostri anni più prossimi.
«Le persone non cambiano», gli aveva detto una volta Gabriele, forse citando uno dei suoi libri: «diventano solo ciò che erano destinate a essere.»
Un lavoro ambizioso è quello compiuto da Giorgio Fontana che, in quelle che sono 882 pagine, ricostruisce pagine di nostra storia, del nostro passato più prossimo e più remoto. Fontana ci racconta con grande precisione le vicende della famiglia Sartori a partire da quel 1917 di quella Prima guerra mondiale e da questa prima contestualizzazione ci accompagna a quelli che furono i giorni del Secondo conflitto, a quelli che furono gli anni della sua cessazione, della ripresa economica, del boom, della lotta sindacale, della lotta di classe, della ricerca di un lavoro dignitoso, del terrorismo rosso e nero, delle crisi politiche ed economiche, a quel 2012 che con la visita della bisnipote alla tomba proprio di Maurizio chiude quel cerchio tratteggiato con meticolosità.
«Ora anche Renzo poteva capirlo. I migliori erano morti per dare agli altri – ai padroni, ai vigliacchi, ai vivi, a lui – il diritto di continuare a esistere e lordare la terra.»
Ed è per mezzo delle loro voci e delle loro lotte e avventure che ricostruiamo il volto del nostro Paese per mezzo della voce di protagonisti che scaldano il cuore ed entrano nella mente del lettore senza difficoltà suscitando il lui immancabile empatia. È infatti mixando dato storico con realtà individuale e sconvolgimenti della famiglia che siamo trascinati dentro agli avvenimenti, che li percepiamo con mano. Non è dunque solo una rievocazione e memoria fine a se stessa quanto un vero e proprio percorso compiuto passo passo da ciascun protagonista/lettore.
«Ma io sono la prima ad ammettere che ci hanno sconfitto. E tuttavia le rivoluzioni si fanno, e si perdono, proprio così. […] L’innocenza è un dono che si paga caro. Ma nemmeno voi siete innocenti.»
Il ritmo narrativo non è costante. Accelera, rallenta, conduce tra gli avvenimenti ma anche tra i luoghi spostandosi anche dal Friuli verso il milanese alla ricerca di quella tanto ambita possibilità di riscatto, semplicemente trattiene. Alcune parti dell’opera possono essere più interessanti rispetto ad altre a seconda del grado di piacevolezza personale e individuale di ciascun periodo trattato ma l’attenzione resta sempre alta così come immancabile è la curiosità di conoscere delle sorti della famiglia e anche del mistero che ruota attorno a quelle figure che sono diventati nostri amici.
Un lavoro ambizioso quello di Fontana che non delude le aspettative e che non mancherà di solleticare i palati più esigenti.
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