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Rocco e Pia
In questo breve ma intenso libro Emanuele Trevi racconta le vite di due suoi amici, purtroppo scomparsi entrambi troppo presto, Rocco Carbone e Pia Pera. Conosciutisi nei primi anni 80 formavano un terzetto eterogeneo ma legato da un forte sentimento di amicizia e complicità; Rocco, insegnante e scrittore, figura tormentata da un disturbo bipolare, Pia donna sensibile, scrittrice e traduttrice con un animo poetico. Trevi racconta di queste due brevi esistenze e lo fa con tatto, quasi con pudore, senza mai emergere ma lasciando sempre la scena a loro, ai suoi amici, alle loro particolari personalità e lo fa con grande stile -”Più ti avvicini a un individuo, più assomiglia a un quadro impressionista….diventa insomma un coagulo di macchie insensate, di grumi, di tracce indecifrabili. Ti allontani, viceversa, e quello stesso individuo comincia ad assomigliare troppo agli altri. L’unica cosa importante….è cercare la distanza giusta”-
L’unico momento in cui Trevi lascia intravedere un suo privato sentimento è nella confessione di avere un rimorso nei confronti di Rocco (“nel mio caso il rimorso è grande come una montagna…”) per essersi allontanato da lui -”E proprio nel momento del più grave pericolo, ero così lontano da lui che devo fare un salto...scavalcando il buco, lo strappo nel tessuto creato dalla mia colpa e riprendere dall’altra parte”-
Trevi riesce, pur nella brevità di questo libro, ad intrecciare ai ricordi, alle istantanee delle loro vite, considerazioni più ampie sulla letteratura, sulla natura e sull’arte (memorabili i passaggi dedicati al dipinto di Courbet “L’origine del mondo”). Il racconto si snoda intimo, lieve, lungo vent’anni, fino alla scomparsa dei due amici nella prima metà degli anni duemila, Rocco in un incidente con lo scooter e Pia a causa della Sla.
La storia dell’amicizia con Rocco è sicuramente prevalente come intensità, lunghezza e sentimento sulla storia dell’amicizia con Pia e non so quanto questo fosse nell’intenzione dell’autore; leggendo mi è venuto il dubbio che Trevi abbia dato tanto nel descrivere Rocco, la sua figura ingombrante, che quando poi si è trattato di farlo con Pia, svuotato, sia stato meno incisivo.
In tutto il libro ci viene mostrata un’unica foto, scattata da Rocco Carbone, che ritrae Emanuele Trevi con Pia Pera sorridenti; è da questa foto, ritrovata in un armadio insieme ad altre, che sono scaturiti tanti ricordi ma, come nelle foto sono sempre due i raffigurati quando il terzo scatta, così nel libro di Trevi c’è poco dei tempi trascorsi insieme in tre; la prospettiva è sempre a due, Rocco e Trevi o Pia e Trevi in comparti separati ed è forse questo l’unico limite di questo racconto.
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