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Mattia
«Sono diventato grande da piccolo, quando un virus mi costrinse a chiudermi in casa con una persona che detestavo. In una storia degna di questo nome, l’eroe si allontana dal suo ambiente naturale per avventurarsi in un mondo sconosciuto, dove combatte il mostro che ha dentro finché non lo uccide o viene ucciso da lui. Ho compiuto quel viaggio a nove anni, senza mai oltrepassare il portone del mio condominio. Non ero solo. Tutto il mondo affrontava la stessa prova. Qualcuno ne approfittò per cambiare. Qualcun altro non ci riuscì.»
Mattia ha soltanto nove anni quando il mondo che lo circonda e che da sempre è stato la sua quotidianità crolla. Lui e il suo amico Puff e il nuovo venuto felino dalle striature d’oro chiamato Piccipò si ritrovano a dover vivere una vita completamente diversa e soprattutto a dover affrontare la presenza ingombrante di quel padre che non vive più con loro e che si scorda anche le cose basilari dell’esistenza di suo figlio. Eppure, da adesso dovrà sopportarlo, dovrà accettare le sue frasi, il suo dormire accampato in quella stanza che un tempo era soltanto la zona giorno/cucina. E dire che questa situazione avrebbe potuto essere il Paradiso per lui! E che Paradiso! Niente scuola e soprattutto niente compagni di classe che lo prendono in giro per le merendine biologiche che la mamma di soppiatto gli infila nello zaino.
Cosa è successo? È successo che è scoppiata la pandemia per quella malattia chiamata covid-19, è successo che suo padre non può tornare a Roma dalla nuova fidanzata e così, dopo anni, i suoi genitori separati si ritrovano a condividere lo stesso tetto, è successo che non ci possiamo più abbracciare e che ogni contatto umano può essere pericolosissimo, è successo che il mondo è cambiato, gli adulti hanno dovuto rivedere le loro certezze e abitudini e i giovani hanno dovuto fare i conti con una crescita anticipata e repentina. Anche i bambini.
E hanno inizio così quei giorni di convivenza forzata che sembrano essere un passato remoto in un tempo sospeso, inizia così a essere rivalutata la realtà e a essere ricalibrata su nuove abitudini. Ed è ancora da qui che hanno inizio le riflessioni. Riflessioni sugli eroi in corsia, sulla gentilezza, sul coraggio, sulla brevità della vita. Riflessioni su suoni che avevamo dimenticato o che semplicemente non eravamo più abituati ad ascoltare. Inizia così una ricerca di se stessi, una ricerca di nuovi confini. Il tutto avviene con la prospettiva di un bambino che osserva da fuori, impara per osmosi, che cerca di capire quel che non capisce e di trovare risposte in quello che non conosce.
“C’era una volta adesso” è uno scritto raccontato in chiave fiabesca e nella prospettiva di un bambino, al tempo, che ritorna al momento dei fatti da adulto, nel presente, e che con dolcezza e premura ci riporta ai momenti del primo Lockdown e a tutto quello sconvolgere che ne è determinato. È un libro di rapida lettura, fluente e magnetico. Uno di quei libri che si leggono per ricordare e rivivere ma che non appesantiscono l’animo nonostante il tema. Un Gramellini che torna con tutta la sua prosa poetica in un argomento che di poetico ha ben poco.
«L’amore, Matti, è una danza. E la vita è un’orchestra che suona canzoni sempre diverse. I due ballerini devono adeguarsi ai cambi di ritmo senza pestarsi i piedi e cercando un Perché che dia loro la forza di continuare a ballare.»