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Un pò del nostro tempo migliore
Vera ha appena perso i genitori, si trova a vagare per la loro casa vuota con tutte le angosce e gli interrogativi di una figlia che ripercorre i luoghi della memoria prendendo spunto da una fotografia o da un indumento dimenticato, da un oggetto rotto che avrebbe dovuto essere sostituito ma poi nessuno lo ha fatto.
Mentre elabora questo doloroso viaggio dentro i propri ricordi si addormenta sul suo vecchio letto in preda allo sconforto e a qualche rimorso per le cose non dette o non fatte e con un desiderio sulle labbra "come vorrei che foste di nuovo qui" e al risveglio...la madre si presenta nella sua camera col vassoio della colazione, il momento di spaesamento dura poco, Vera sa perfettamente che quanto sta vivendo non è possibile, i genitori sono morti ma l'evidenza dei fatti nega quanto suggerito dalla razionalità, è assolutamente inattaccabile la risposta del papà alla domanda di Vera sul perchè siano "ritornati" : perchè tu ci hai chiamati.
Non entro troppo nella descrizione in quanto già è un romanzo breve se poi sveli tutto tanto vale leggere solo la recensione, dico solo che ancora una volta Fabio Bartolomei affronta un argomento delicato con tatto, ironia pulita, poesia in quello che è un viaggio a ritroso dentro ognuno di noi a passi lenti sul sentiero del rimpianto , quello che prima aveva un altro nome ma abbiamo percorso troppo velocemente perdendo tanto di chi ci vuole bene fino a raggiungere, sempre troppo tardi, la consapevolezza che il tempo che non diamo alle persone amate non lo recupereremo mai. Bello il messaggio che lascia e le riflessioni che stimola. Fabio Bartolomei TOP.