Dettagli Recensione
Continuare a vivere?
“Convivere con quel pensiero non era facile, aveva scoperto quel piccolo nucleo esplosivo che molti esseri umani hanno che se eccitato e innescato si spacca, deflagra e ci fa dare il peggio di noi; ci trasforma in belve che si scagliano addosso ai diversi, ai deboli, agli emarginati. E fra un po’ considererò l’eugenetica come una ricerca non del tutto disprezzabile.”
Nora e Pasquale hanno subito una perdita devastante, probabilmente la perdita in assoluto più devastante per un essere umano, perché non naturale, perché sfida il corso del tempo e le logiche regole biologiche: la morte del proprio figlio. E’ successo ormai da alcuni anni, ma non moltissimi, dopodiché il dolore li ha compressi in una specie di sospensione dell’esistenza, ha spazzato via ogni altro sentimento, prospettiva, speranza; è rimasto spazio soltanto per quello, per il dolore.
Finché in un giorno come un altro di questa squallida sopravvivenza, Nora, in treno, viene sconvolta da un incontro scioccante e crudele: vede l’assassino del figlio che viaggia tranquillamente, respira, cammina; è seduto, poi alla sua fermata si alza e scende. La donna è scossa ed agghiacciata per l’accaduto: infatti l’assassino del figlio era stato arrestato, processato e condannato. Era stato in carcere, per circa cinque anni, dopodiché, scontata la sua pena, era uscito e adesso stava tranquillamente vivendo la sua vita.
E’ possibile per un genitore sopravvivere alla morte del figlio? E’ possibile attraversare quel dolore e andare avanti? E’ possibile perdonare chi ha tolto la vita al proprio figlio, o semplicemente accettare che quest’ultimo continui a vivere la propria, di vita?
Manzini ci fa riflettere su tematiche molto difficili, inquietanti; con questo romanzo ci vuole mettere di fronte a riflessioni scomode. Ognuno di noi infatti ha una sua etica e morale su determinate questioni, sa quale posizione prendere su precisi argomenti; ma l’autore sembra volerci suggerire che invece, messi davanti a eventi estremi, chissà come reagiremmo. Chiunque legga questo libro si pone queste domande. Spesso sosteniamo delle tesi con argomentazioni che si basano soltanto sulle emozioni e sugli istinti, oppure, al contrario, che si basano solo su ragionamenti: attenzione, sembra suggerirci questo romanzo. E’ importante cercare di comprendere, prima di giudicare.
Questo, secondo me, il pregio maggiore del libro, sostenuto anche da una scrittura piacevole e diretta. Un buon romanzo quindi, che offre interessanti spunti di riflessione.