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Il profumo perduto
Il titolo che ho dato alla recensione può trarre in inganno, non sto parlando di una ricerca nel senso letterario del termine, qui bisogna andare oltre, perché Elena, la profumiera che avevo già trovato e amato nel libro “Il sentiero dei profumi”, non riesce più a sentire il profumo come una volta, non riesce più ad andare oltre, a cogliere quei dettagli che l'hanno resa famosa e conosciuta all'interno del settore.
Elena l'avevamo lasciata appagata, con un compagno eccezionale e una bambina da crescere e soprattutto un rapporto con la madre non proprio ottimo. Ripartiamo proprio da qui.
Ero un po' pensierosa, quando leggo un romanzo che mi è piaciuto e che ho apprezzato, sapere che ne esce il seguito mi ha sempre fatto un po' di paura. La scrittrice può andare a rompere degli equilibri che mi ero creata nella mente oppure a snaturare dei personaggi a cui mi ero affezionata oppure a stravolgere l'ordine delle cose lasciandomi delusa.
Cristina Caboni invece è riuscita nel suo intento, ha creato un seguito all'altezza del precedente, non ha snaturato niente, anzi ha fatto “maturare” i suoi protagonisti ed è andata a completare quello che aveva lasciato incompiuto nel primo libro. Si parla di genitori, di figli, di amori presenti e passati, di decisioni difficili e scelte che solo il cuore può aiutare a fare.
Un romanzo che mi ha fatto sognare, che mi ha portato in quei campi di rose e fiori e mi ha fatto annusare i profumi e la loro purezza. Un romanzo adatto più ad un pubblico femminile che fa sospirare, sperare e credere nel futuro. Uno stile elegante, mai volgare e soprattutto denso di significato. Questa volta l'autrice ha fatto davvero un ottimo lavoro.
Un libro coinvolgente che consiglio a tutte le amanti dei romanzi d'amore scritti bene e non superficiali.
Buona lettura!