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Naufraghi sulle rive della vita
Fabio Genovesi con il suo stile delicato e ironico ci racconta le vite di alcune persone che sembrano a prima vista diverse tra di loro in tutto ma sono accomunate da una cosa : essere dei naufraghi. Naufragati dalle loro aspirazioni lavorative, dal loro cammino a causa di un destino crudele, dalla fragilità dei propri genitori, dall'inconcludenza delle promesse che hanno fatto a se stessi.
Si ritrovano negli stessi luoghi, cercano di ignorarsi, perfino di evitarsi ma il destino, come onde del mare che insistono a battere sugli scogli convinte di poterli un giorno scavalcare, li riporta ogni volta l'uno accanto all'altro.
Abbiamo Serena, donna bellissima ma che sembra aver perso la forza di combattere dopo una tragedia, Luna la figlia albina, da sempre considerata speciale per la sua genetica che si trova improvvisamente con il suo nostromo di mamma che sembra aver perso la bussola, Luca pieno di sogni ed entusiasmo, Sandro e i suoi amici che vivono di espedienti per tirare a campare tra sogni adolescenziali mai realizzati e la dura realtà. Poi c'è Zot un bambino russo di Chernobyl assolutamente fantastico, parla come un anziano e ha una sconfinata cultura "classica" del nostro paese, dalla letteratura alla musica passando per i modi di dire, un personaggio riuscito bene come pochi, la madre adottiva italiana di Zot sparisce lasciandolo a nonno Ferro, un anziano burbero ed irascibile ma in fondo con più umanità di tanti finti buoni.
C'è l'adolescenza con il suo disperato bisogno di qualcuno di cui fidarsi, c'è l'amore molto imperfetto e impacciato ma non per questo meno vero di uomini arrivati alla soglia dei 40 anni con l'impressione di non aver mai veramente vissuto, c'è la disillusione di un vecchio bagnino che tra un improperio e l'altro cresce il piccolo Zot seppur in modo molto non convenzionale.
Personaggi uniti dal dolore per una perdita o una valanga di sogni infranti che camminano sui cocci della loro vita cercando sempre qualcosa per cui valga ancora la pena sognare e con la consolazione che quello che conta è il cammino non la meta più o meno raggiunta, tutti feriti più o meno profondamente ma ognuno di loro ha ancora un posto nel proprio cuore e cerca disperatamente qualcuno che arrivi ad occuparlo.
Genovesi racconta esistenze di persone apparentemente comuni scavando nelle loro vite e trovando perle di umanità che lui sa raccontare come pochi. Sempre TOP.