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Il treno di cristallo
 
Il treno di cristallo 2020-10-15 16:05:43 enricocaramuscio
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    15 Ottobre, 2020
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Le acrobazie della vita

Un villaggio inglese arroccato sulla scogliera del Canale della Manica. Una piccola casa, arredata con mobili di fortuna, gravata da un mutuo reso ancora più impegnativo dai magri introiti dei suoi abitanti. Una madre e un figlio, rifugiati politici scappati dalla Croazia in cerca di una vita migliore a Broadstairs, nel sud della Gran Bretagna. Anja e Aaron vivono lì ormai da diciott'anni, da quando cioè la donna lo ha messo alla luce, bimbo senza padre, pietra dello scandalo per i parenti, fuggendo subito dopo il parto e chiudendo i conti con il passato. Ma il passato a volte ti rimane dentro e non vuole andare via, ti rode e ti tormenta, si trasforma in malattia, in una depressione difficile da combattere quando i soldi sono pochi e l'unica arma sono gli antidepressivi passati dalla mutua. Lo sa bene Anja, cassiera di supermercato, trentaseienne scialba e trascurata, ormai priva di luce, di voglia di vivere, di speranza, tormentata dai ricordi, timorosa di tutto, soffocante e iperprotettiva nei confronti del figlio. Lo sa bene Aaron, apprendista gelataio, diciottenne pieno di vita ma schiacciato dai tormenti della madre, prigioniero di una quotidianità scarna, ripetitiva, insoddisfacente, ma capace di entusiasmarsi per un nonnulla, di apprezzare le gioie più insignificanti, incapace di perdere la speranza. Aaron che non sa nulla del suo passato, dei perché della fuga, dei demoni che perseguitano Anja. Lei rifiuta di parlarne, ogni domanda la spinge ancora più giù nel suo malessere, tanto che ormai Aaron non prova neanche più ad indagare. Fino a che è lo stesso passato a farsi vivo sotto forma di lettera, di testamento. Un passato che mette il ragazzo a bordo di un treno che attraversa l'Europa, da Calais a Zagabria passando per Amburgo, Praga, Bratislava, Szentgotthárd, Lubiana. Un viaggio che mette in risalto la poca preparazione alla vita di chi è cresciuto in un ambiente protetto e controllato e si trova ad avere a che fare con droghe, prostitute, gioco d'azzardo e ogni tipo di tentazione, di pericolo, di difficoltà che può incontrare un adolescente in giro, da solo, per il continente. Un percorso geografico che diventa percorso interiore, ogni stazione diventa un nuovo gradino di crescita, fino a raggiungere quella patria finora sconosciuta dove ad aspettarlo c'è la tanto agognata verità. Una verità che può trasformare un ragazzo in un uomo. Temi semplici, quotidiani, delicati, trattati con tatto e intelligenza dal bravo Nicola Lecca, raccontati dalla sua penna sobria e leggera ma capace di trasmettere emozioni, empatia, speranza. "La suora si accorge che Aaron ha da poco cominciato a esercitarsi nelle acrobazie della vita, e tenta di rasserenarlo. Gli dice: «Per una gazzella cadere è disastroso. Se la gazzella cade il leone non la perdona. La sbrana: e se la mangia. Per noi no. Per noi esseri umani, nella maggior parte dei casi, l’errore è addirittura vitale: perché ci consente di migliorarci. Il ginnasta che finalmente sale sul podio e indossa con orgoglio l’oro olimpico deve quella medaglia a tutte le volte in cui è caduto. Perché ogni caduta gli ha permesso di mettere in luce una nuova debolezza e superarla. Chi non si esercita nelle acrobazie della vita, chi non cade, non potrà mai diventare un campione.»"

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