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L'assaggiatrice
 
L'assaggiatrice 2020-09-25 09:15:43 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    25 Settembre, 2020
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L'amore aiuta a sopravvivere.

E’ il primo romanzo di Giuseppina Torregrossa, siciliana e per anni ginecologa a Roma. Uscito da Rubbettino Editore nel 2007, è un inno godibilissimo alla buona cucina siciliana, messa in tavola dalla protagonista, Angelina, una bella siciliana non più giovanissima, laureata ma in cerca di lavoro, madre di due ragazze e moglie di Gaetano, “un ometto insignificante, basso e un po’ grassoccio, la faccia tonda e la testa grossa”. Ad Angelina, che è l’io narrante, piace cucinare. “Cucinare è una cosa che mi rilassa, mi svacanta l’anima, mi calma il cuore e il respiro” confessa, assaggiando in corso d’opera i suoi manicaretti ed assaporandone boccone dopo boccone i gusti più diversi. Per i buongustai, numerose ricette intervallano i capitoli: sono ben tredici, spiegate nei dettagli, e vanno, per citare le più comuni, dal pane cunzatu alla caponata, dall’antipasto alla siciliana (un tripudio di colori e sapori!), alla zucca in agrodolce, dalle brioches con crema di fichi alla frittata con ricotta fresca, cannella e pomodori secchi, e via mangiando. Un brutto giorno, però, Gaetano scompare, lasciandola sola e disperata. Non le resta che rimboccarsi le maniche e, nella piazzetta del paese, mettere in piedi un negozietto di souvenir per turisti ed una specie di punto di ristoro, grazie alla sua abilità culinaria. Gli affari non vanno male, il ricordo di Gaetano la tormenta, ma Angelina non si arrende: è bella, ancora attraente, se Gaetano è svanito nel nulla il suo desiderio impellente di essere desiderata ed amata la spinge a nuovi assaggi, stavolta non culinari. Non sa resistere al fascino maschile (“un’onda calda mi sale lungo il corpo… le gambe si ammorbidiscono… uno strano languore riempie il mio corpo”, così confessa Anciluzza), e le occasioni non mancano. Il commissario che indaga sulla scomparsa del marito le fa un po’ di corte e lei prova qualche brivido (“ sento una scossa che mi attraversa tutto il corpo”), poi compare Hamed (“ un pezzo di maschio che non è facile incontrare”) con cui divide la passione per la buona cucina e, su un materasso in un angolo del negozio, altre ben più confortanti passioni. Ma la bella Angelina non si dà mai pace, ed eccola consolarsi con Cicciu lu Sceccu, che riesce ad attirare in negozio e di cui vuole provare le reclamizzate capacità amatorie. “Il mondo gira attorno al sesso” pensa l’insaziabile Angela, e, per non farsi mancare niente, si intrattiene più volte con l’amica Adele, con la quale consuma nuove esperienze amorose, descritte dall’autrice con dovizia di particolari. Il ritorno improvviso di Gaetano non emoziona più di tanto Angela: ha con il redivivo un rapporto sessuale ai limiti della brutalità, e, dopo averlo schernito, lo scaccia preferendo la sua nuova vita, da donna libera, piena di vita e di speranze, confidando nel ritorno del giovane e muscoloso Hamed: “vattene, è inverno, la nostra estate è consumata, ce la siamo buttata alle spalle… vai via, io già non ci sono più… sorrido con il cuore pieno di aspettative, tornerà Hamed e con lui la vita viva”.
Si vorrebbe rimproverare la Torregrossa per un eccesso di erotismo negli incontri di Angela, una sorta di compiacimento nella descrizione di momenti particolarmente piccanti, soprattutto nei rapporti con l’amica Adele: secondo il mio parere la narrazione, in tutto il suo contesto, fa parte di un atteggiamento che descrive ed esalta la figura femminile, non più sottomessa e schiava di un maschio padrone, ma padrona essa stessa del suo corpo, della sua vita, finalmente emancipata e libera. E Angelina, da brava siciliana dal cuore ardente e dai sogni apparentemente irrealizzabili, ne esce bene, con nessun rimpianto per un passato da dimenticare e grandi speranze in un futuro tutto da costruire e da vivere appieno.
E’ ben descritto anche il rapporto tra cibo e sesso, connessi da una stretta relazione psicologica: un rapporto vissuto in chiave edonistica nelle civiltà antiche, poi in modo quasi peccaminoso nella tradizione cristiana. Nel romanzo il piacere di gustare i cibi preparati è complementare ai piaceri del sesso, ed i cibi stessi vengono spesso utilizzati come stimoli eccitanti. Del resto l’autrice, da bravo medico quale è, sa benissimo che sesso e cibo sono entrambi regolati dall’ipotalamo, tramite gli stessi neurotrasmettitori.
Sullo sfondo, un paesino siciliano come tanti, con personaggi particolari e ben caratterizzati, il caldo bruciante sulla piazzetta assolata, il refrigerio della brezza marina, la tristezza di una stagione che sta per finire, con gli emigrati in visita ai luoghi d’origine che se ne tornano a casa, le case in affitto che si svuotano, le giornate che si accorciano: in primo piano la storia di Angelina, una donna siciliana come tante, che si dispera, piange, ricostruisce una vita e trova nell’abbandonarsi all’amore i motivi per sperare in un avvenire meno tribolato.
Tutto è ben descritto, con la passione di chi conosce bene la sua gente e la sua terra. Verranno poi opere più complesse, entrerà in scena la commissaria Marò Pajno, protagonista di una nuova fortunata serie, ma mi sento di consigliare la lettura di questa opera prima, anche per constatare l’evoluzione dello stile narrativo dell’autrice nelle opere successive.



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