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Gli occhiali del diavolo
Come nel "Giorno della civetta", anche in "Todo Modo" Leonardo Sciascia utilizza l'impostazione apparente di un romanzo giallo per scrivere qualcosa che con i gialli non ha nulla a che fare. Un famoso pittore si ritrova per caso in un eremo trasformato in albergo di lusso, dove politici e uomini d'affari si incontrano periodicamente per dedicarsi a "esercizi spirituali" sotto la guida dell'enigmatico don Gaetano. Incuriosito, il pittore decide di fermarsi ad assistere e si ritrova suo malgrado spettatore di una serie di omicidi. L'assassino non sarà mai svelato, così come le fitte trame che uniscono Chiesa, politica e affari.
Se il pensiero e l'attività di Sciascia sono caratterizzati da una profonda volontà di ricerca della verità, anche a prezzo di un'immersione totale nei torbidi intrecci della vita politica, sociale ed ecclesiastica, alla scoperta di trame occulte, rapporti tra politica e criminalità organizzata, corruzione, questo romanzo può essere senz'altro considerato uno dei più rappresentativi del pensiero dell'autore. "Todo modo" traccia un disegno crudo e spietato del potere democristiano e un quadro nettamente negativo della società italiana del tempo (il quale, tuttavia, è così attuale che potrebbe benissimo essere una rappresentazione accurata anche dell'età presente).
A differenza del "Giorno della civetta", nel quale tutto è pervaso da una chiarezza e una luminosità cristalline, specchio dell'esigenza di razionalità che si riflette anche sullo stile, "Todo modo" è un romanzo immerso nel buio, come gli intrecci illeciti che racconta o tenta di raccontare e che al tempo stesso non scopre fino in fondo. Non a caso l'assassino, contrariamente alle regole del giallo, non è svelato, a dimostrazione del pessimismo dell'autore. Il vero mistero è il mistero della realtà, che non può essere svelato. Carlo Emilio Gadda, nel suo "Pasticciaccio", fa qualcosa di simile: un presunto giallo, il genere letterario che risolve misteri per eccellenza, che si chiude senza soluzione certa, perché non esiste soluzione al groviglio inestricabile che è la realtà umana e lo scrittore che tenta di sbrogliarlo può solo arrendersi e posare la penna. Dopo "Il giorno della civetta", in "Todo Modo" la fiducia nell'affermazione della verità, della giustizia e dell'onestà che aveva spinto il capitano Bellodi a restare in Sicilia nonostante tutto è entrata in crisi e la razionalità umana si rivela impotente di fronte alla realtà. Lo stesso stile si fa oscuro, difficile, intricato, intessuto di allusioni vaghe e misteriose, di frasi sospese, di interrogativi senza risposta. L'unica certezza è che il denaro, l'interesse privato, è il solo dio di chi è pronto a uccidere per ottenerlo. "Todo modo para buscar la voluntad divina", "Ogni mezzo per cercare la volontà divina", scrive Sant'Ignazio di Loyola nei suoi "Esercizi spirituali". Ogni mezzo per fare il proprio interesse, deve aver pensato Sciascia quando ha scelto il titolo per il suo romanzo, sarebbe un motto più adeguato.
Nella cappella dell'eremo di Zafer c'è un dipinto che rappresenta un eremita "trasformato" in santo da un erudito locale, Zafer, appunto, (sono gli uomini, sembra voler dire Leonardo Sciascia, che fanno e sfanno qualunque cosa, perfino i santi), accompagnato da un diavolo con gli occhiali. Secondo la leggenda che don Gaetano racconta al pittore, il santo non vede più bene e il diavolo gli offre gli occhiali, ma a un prezzo malefico, perché se Zafer li indosserà, non potrà più leggere le sacre scritture, ma solo il "Corano". Il santo, intuito l'inganno, rifiuta.
L'unico modo per capire, per fare luce nel buio del degrado umano, morale e civile, potrebbe essere indossare gli occhiali del diavolo. Non a caso, gli occhiali di don Gaetano sono identici a quelli del diavolo nel dipinto. Don Gaetano, forse, è il solo che veda davvero nell'oscurità, della quale probabilmente è complice insospettabile. Gli stessi occhiali che deve aver indossato Sciascia per scrivere questo romanzo e che il lettore stesso dovrebbe utilizzare per leggerlo "davvero", in profondità, senza dimenticare che c'è un prezzo da pagare. Una volta che si è visto il male, non si potrà più evitare di scorgerlo ovunque.
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