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Il colibrì
 
Il colibrì 2020-09-06 16:36:57 ChiaraC
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
ChiaraC Opinione inserita da ChiaraC    06 Settembre, 2020
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(Il mio) discorso e fuori discorso

Mi vedo costretta a citare il libro e parlare anche io di "discorso" e "fuori discorso".
Nel "discorso" Il Colibrì di Sandro Veronesi è il vincitore del Premio Strega, ed è una storia che parla di resilienza verso i contraccolpi della vita, tema quanto mai attuale. Il protagonista, Marco Carrera, impiega uno sforzo indicibile per rimanere fermo, stabile, in un mondo che è un turbine di stramberie e tragedie. Il Colibrì siamo noi impiegati che non arriviamo a fine mese, noi i divorziati che ci scorniamo, noi amanti nascosti, noi famiglie borghesi così infelici. Siamo noi uomini e donne comuni all'apparenza statici e immobili, ma che impieghiamo uno sforzo immenso per restituire quest'immagine, fasulla, di noi stessi.

[Attenzione, contiene spoiler]

Ora arriva il fuori discorso, che non potrò ripetere in pubblico almeno fino a quando non lascerò decantare il successo de Il Colibrì, perché si sa che in Italia i successi letterari e cinematografici restano intoccabili e incriticabili per almeno due anni dalla loro uscita (si veda La grande bellezza, che al solo dire che non era poi tutta sta bellezza si veniva tacciati di ignoranza).
Allora, il Colibrì è la storia di un medico figlio dell'alta borghesia che a quanto pare ama destabilizzarsi: prima il gioco d'azzardo, poi il matrimonio con una narcisista patologica, e infine anche una specie di amore platonico con una donna, vissuto attraverso un carteggio epistolare stile ottocento, di un melenso mortale.
Non solo, Marco vive il tutto con un'implacabile nonchalance che puzza di insulso. La vita lo colpisce, e lui non vacilla di un passo.
E qui si apre la mia parentesi: quando è successo che i protagonisti dei romanzi e dei film italiani siano diventati figure borghesi, insulse, che accettano la vita passivamente senza mai reagire? Dove sono finiti i coloriti personaggi di De Sica, le simpatiche e strambe creazioni di Fellini?
Perché compro un libro che ha vinto un premio nazionale, e trovo un romanzo (scritto male) che mi parla dei dolori melensi di un qualunque Marco Carrera, che nella vita reale altro non è che un medico ricco che c'ha l'amante?

Forse la risposta giace in quelle frasi sottolineate dai lettori. Come sapete, se comprate un ebook su Kindle, l'e-reader vi evidenzierà le frasi più sottolineate: e lasciatemelo dire...sono davvero insulse.

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Commenti

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Ciao Chiara, hai ben descritto le tue impressioni e la delusione è palese. Purtroppo i Premi letterari (anche il Nobel) vengono conferiti evidentemente in base a molteplici variabili. Il Campiello e lo Strega hanno le proprie strategie e le case editrici anche. Veronesi due volte vincitore dello Strega, veramente non ci sta, anche se sinceramente non ho letto gli altri libri candidati. Sicuramente, e non credo di essere malpensante, c'è un riconoscimento di una certa parte politica, perché Veronesi è un uomo attivo nel sociale, fa sentire spesso la sua voce ed è anche uno dei fondatori della casa editrice La Nave di Teseo, insieme a molte altre importanti personalità, di cui oggi è direttrice la Sgarbi.
Per quanto riguarda il mio giudizio sul Colibrì, adesso a un anno di distanza dalla lettura, posso dire che a me non è piaciuto il finale, il buonismo che lo muove e la storia melensa con Luisa (spero di ricordare bene) mi pare poco verosimile. Tuttavia non oserei dire che Veronesi scrive male. Tutto gli si può dire, tranne quello. E non sono una sua fan, la mia è solo una ammissione. È una storia che ha diviso i lettori, ma sulla scrittura credo che nessuno abbia detto che Veronesi non sappia scrivere, anzi Il colibrì è architettato bene, vario nei registri e piacevole in ogni sua parte, al di là di certi passaggi.
Quanto alle sottolineature del kindle, come si sa, ci sono molti lettori occasionali sia del digitale che del cartaceo, che comprano il libro solo perché vincitore di un Premio, si sottolineano le frasi ad effetto, generalmente le più insulse, perché decostentualizzate etc. per fare il copia incolla sui social network. Per fortuna ci sono anche molti lettori che sottolineano frasi importanti per capire il pensiero e 'la poetica' dell'autore. Scusa la lungaggine, mi piaceva esprimermi qui, hai stuzzicato in me più di una questione !
Buone letture!
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ChiaraC
07 Settembre, 2020
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Ciao, guarda, Veronesi scrive in modo molto scorrevole ed è piacevole, non ho faticato minimamente nella lettura del libro. Però, ecco, mi è sembrato un bel libro da leggere in spiaggia, ma non meritevole di vincere un premio letterario!
O forse ho idealizzato il premio Strega.
Sai cosa può essere, anche? Si ripone molta fiducia negli scrittori già ben posizionati e troppa poca negli esordienti, che magari producono anche libri validi. O forse il panorama letterario italiano è mutato e sono in voga libri scritti male. Er esempio di recente ho comprato "Morti, ma senza esagerare": mi intrigava la storia, ma ho letto le prime pagine e mi è parso davvero scritto male. Magari migliora...
kafka62
07 Settembre, 2020
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Ciao Chiara, complimenti per la sincerità. Io credo che tutti i premi artistici (dal Nobel al Pulitzer, dal Festival di Sanremo all'Oscar) diano verdetti molto opinabili. A distanza di anni si può riscontrare che alcune opere siano state effettivamente meritevoli del riconoscimento e altre inspiegabilmente neppure prese in considerazione, mentre alcuni vincitori rientrano silenziosamente in un mediocre anonimato. Probabilmente bisogna liberarsi dell'idea che i premi siano delle divinità infallibili e anche di quella che la vera arte sia racchiusa solo nelle fatidiche liste dei prescelti per la vittoria finale. Di Veronesi non posso comunque dire nulla, perche "Il colibrì" purtroppo non l'ho letto.
In risposta ad un precedente commento
ChiaraC
07 Settembre, 2020
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E questo @kafka62 apre la porta a un altro dibattito: a questo punto a cosa servono i premi letterari?
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archeomari
07 Settembre, 2020
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Perché ci sono interessi, tra cui il prestigio e il denaro che muovono il mondo.
L'unica cosa buona di questi Premi è ricordare ai lettori timidi e occasionali che esiste il piacere della lettura!
Vista la recensione, mi sembra che le stelline siano anche troppe...
In risposta ad un precedente commento

30 Ottobre, 2020
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Che delusione ll libro di Veronesi! Ne sconsiglio la lettura e soprattutto l'acquisto. Alcuni commenti trovano che sia scritto bene e che sia leggero e scorrevole: io ho faticato a finirlo e soprattutto mi sono rammaricata della spesa e del posto che occuperà nella mia affollata libreria a meno che non lo getti subito via come merita. Insomma nella scelta di un libro non si sa di cosa fidarsi per fare un buon acquisto: ho capiito, se mai ce ne fosse stato bisogno, che vincitori dei premi letterari sono da evitare assolutamente; non si possono seguire con leggerezza neppure le recensioni sui giornali specializzati e quelle on line pure.Ultimo mio acquisto incauto: " Il cieco di Niffoi che sconsiglio vibratamente e che ho acquistato dopo aver letto una entusiastica recenzsione su un settimanale a livello nazionale . Stampato con tre spazi interlinea come le tesi degli alunni scarsi e con contenuto asssolutamente evanescente, proprio come il colibrì. lo stesso autore di quest'ultimp "capolavoro", non avendo proprio niente da dire, ha avuto l'ardire di inserire gli elenchi dei libri gialli della libreria paterna( devo dire di scarsa rilevanza letteraria).Per non parlare dell'idea del romanzo epistolare un pretesto per inserire brandelli di appunti senza neppure rielaborarli. come dire che quando un attore è bravo può anche leggere con successo l'elenco telefonico; quando uno scrittore è accorsato può anche pubblicare l'elenco dei titoli di una edizione di gialli economici e vincere un premio.
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