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Filèmone, chi?
Abbiamo davvero ciascuno un Angelo Custode che ci accompagna nel corso della vita, che ci indirizza verso le scelte migliori? A leggere la storia di Giò, non si può che rispondere di sì.
Abbiamo un Angelo Custode la cui presenza è tanto costante quanto discreta: pur di restare accanto alla persona che gli viene affidata, va ad infilarsi anche "in posti ben più squallidi del bagno di un aeroporto" e parla con una "voce flebile" che per riuscire ad ascoltare bisogna silenziare quelle più rumorose che si hanno nella testa. Se lo si cerca apertamente, lui si lascerà trovare.
Ed è esattamente quanto accade a Gioconda, detta Giò, che sta attraversando un momento di crisi, a causa sua, nel rapporto con il marito, Leonardo. Giò si ritrova nella casa dove i nonni, che ormai non ci sono più, hanno vissuto, insieme, per ben sessantuno anni. Un amore perfetto, pensa Giò.
Proprio qui, in un cassetto trova una lettera che, anni addietro, sua nonna,di cui le rimane la casa e il nome, aveva scritto al suo Angelo Custode e Giò decide di fare altrettanto perché "In una notte troppo lunga e troppo vuota, mi basta avere anch'io qualcuno a cui scrivere."
Giò scrive al suo Angelo Custode ma non crede che esiste. Non ci crede ma poi va ugualmente a controllare che lui le abbia risposto e, incredibilmente, trova davvero una sua lettera. Inizia così una corrispondenza tra la donna e Filèmone, il suo Angelo, che le promette "Avrò cura di te" e l'aiuterà a raddrizzare la sua vita.
Il libro, scritto a quattro mani, vede Laura Gamberale (di cui leggo per la prima volta qualcosa) prestare la sua penna agli interrogativi e alle insicurezze di Giò mentre Massimo Gramellini presta la sua alle riflessioni e alle risposte di Filèmone.
La lettura è semplice e non impegnativa; sì, è possibile per il lettore scorgere la familiarità tra gli interrogativi che si pone per la propria vita e quelli che Giò si pone per la sua, e trovare nelle risposte - guida di Filèmone una parola buona, un suggerimento utile, tuttavia nel libro prevale un senso di leggerezza più che di acuta e ricercata profondità. La lettura a tratti fa sorridere e non manca di dare, di tanto in tanto, la sensazione di un già sentito dire.