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Per Isabel. Un mandala
 
Per Isabel. Un mandala 2020-08-16 08:35:07 enricocaramuscio
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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    16 Agosto, 2020
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Cerchio dopo cerchio

“Un romanzo strambo, una creatura strana come un coleottero sconosciuto rimasto fossilizzato su un sasso." Così il compianto Maestro definiva questo romanzo che si portava dietro (e dentro) da diversi anni e che, purtroppo, viene pubblicato soltanto dopo la sua dipartita. Un'idea nata, narra l'autore, dall'aver osservato un monaco vestito di rosso disegnare per lui, sulla nuda pietra, un mandala della coscienza. Da alcune parole del poeta Horderlin sottolineate quella stessa notte. Notte culminata in un fantasioso volo su una Napoli illuminata da una luna rossa. Già la premessa è un romanzo in sé, e trattandosi di Antonio Tabucchi, c'è poco da stupirsi. "Ossessioni private, personali rimpianti che il tempo rode ma non trasforma, come l’acqua di un fiume smussa i suoi ciottoli, fantasie incongrue e inadeguatezze al reale, sono i principali motori di questo libro". Da Sirio, nella costellazione del Cane Maggiore a Lisbona, per finire a Napoli non prima di essere passati per la Cina e attraverso le Alpi, in un susseguirsi di incontri fisici e metafisici, come in un mandala, un vortice di nove cerchi concentrici ognuno dei quali è un ulteriore passo verso quel centro che rappresenta la verità. Ma la verità su cosa? Su chi? Chi ha letto Requiem dello stesso autore ricorderà il nome di due personaggi secondari che, in un breve passaggio del breve romanzo, vengono a far parte dell'allucinazione del protagonista: Isabel e Tadeus. Bene, da comparse in quello, i due diventano protagonisti in questo. Isabel è lì, al centro del mandala. Per raggiungerla, Tadeus deve attraversare i vari cerchi che compongono il cosmogramma, incontrando una serie di personaggi che hanno conosciuto la donna nei vari step della sua esistenza: amiche d'infanzia, vecchie tate, secondini compiacenti, fotografi, preti missionari, fantasmi. Ad ogni incontro la figura di Isabel ci appare più chiara, ogni conversazione avvicina Tadeus e il lettore alla verità sulla sua sorte. Conosciamo una bambina cresciuta in fretta, divenuta subito indipendente e anticonformista, incapace, ormai studente universitaria, di piegarsi alle brutture del regime fascista di Salazar e perciò perseguitata, detenuta e torturata. Ci sono una possibile gravidanza e un probabile aborto, un verosimile suicidio, un plausibile scambio di identità, un'ipotetica fuga all'esterno. C'è un altro nome, Magda, ma a volte un nome non è altro che un'etichetta. Cerchio dopo cerchio, incontro dopo incontro, rivelazione dopo rivelazione, Tadeus raggiungerà infine il centro. Ma un Mandala che si rispetti è effimero per definizione e, dopo tanta ricerca, potrebbe bastare un soffio di vento sulla sabbia per riportare tutto al nulla sapienziale. "Le luci di Arrábida si avvicinavano. Il vaporetto fece tuutuu, fischiando. Era l’unico rumore che si sentiva in quella notte calda. Isabel mi sorrise, e mi strinse una mano. Il suo foulard bianco sventolava nella brezza notturna. A che scopo raccontarti la mia vita?, mi disse, tu sai già tutto, hai costruito con sapienza i tuoi circoli, e sai tutto di me, la mia vita è stata esattamente così, sono fuggita verso il nulla, ma me la sono cavata, ora mi hai ritrovata nel tuo ultimo cerchio, ma sappi che il tuo centro è il mio nulla in cui mi trovo ora, io ho voluto scomparire nel nulla, e ci sono riuscita, e in questo nulla tu mi ritrovi ora con il tuo disegno astrale, però sappi bene una cosa, non sei tu che hai ritrovato me, sono io che ho ritrovato te, tu credi di aver compiuto una ricerca per me, ma la tua ricerca era solo per te stesso."

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Commenti

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Ottimo commento per un autore che devo assolutamente riprendere in mano.
Grazie Laura. È uno dei miei autori preferiti in assoluto, ogni anno cerco di leggere almeno un suo libro. Finora mai una delusione.
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