Dettagli Recensione
Il maestro e Margherita
Questo romanzo mi ha ricordato altri romanzi per i suoi riferimenti non so se voluti o casuali: Il maestro e Margherita, con il poeta chiuso anche lì nell'ospedale psichiatrico e Qualcuno volò sul nido del cuculo. Ci sono interessanti richiami al paradiso perduto, alla bellezza perduta di cui il poeta conserva memoria, e quindi una incurabile (soprattutto con un TSO) nostalgia. Mencarelli nel suo romanzo ci racconta la sua settimana di TSO, attingendo a una sua giovanile esperienza. Come tutte le storie vere che vanno a toccare la sofferenza umana, il libro non risulta letterario e costruito, e ha un valore aggiunto evidente. Certo, i ricoverati non sembrano davvero malati se non di un mal di vivere, guaribile con ascolto e relazioni più vere, e magari con l'aiuto di qualche farmaco e della psicoterapia.Sono persone ipersensibile e ferite dalla vita, con cui si ragiona, a parte un paio di casi. Viene da chiedersi dove sono invece i veri malati di mente, quelli cosiddetti cattivi. Probabilmente in famiglia, non curati, dato che per poterli curare la legge che ha decretato la chiusura dei manicomi prevede la necessità del loro consenso..
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