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Le cose imperfette sono perfette
"Imperfection is beauty" diceva l'indimenticata Marilyn Monroe. Voglio cominciare questa recensione del libro di Federica De Paolis proprio con questa citazione famosa perché si può adattare bene al romanzo che ho potuto leggere in anteprima grazie alla Casa Editrice DeAPlaneta.
Attenzione, non certo per il libro che non è imperfetto come il titolo suggerisce, anzi e ora lo scopriremo assieme.
Ps: ho avuto anche l'onore di partecipare all'evento di presentazione con l'autrice, oltre ad essere "la mia prima volta" e quindi emozionante di per sé, è stato anche illuminante per certi aspetti del libro che inserirò in questa recensione.
Partiamo dai protagonisti: Anna, madre a tempo pieno di due bambini molto piccoli, facente parte della ricca elite capitolina, suo marito noto chirurgo plastico in carriera, suo padre proprietario di una clinica di chirurgia plastica "in" della città, l'amante spagnolo di Anna e Maria Sole, segretaria bellissima e altera della clinica che nasconde un segreto.
Le imperfette sono tutte le persone che appaiono in questo romanzo altamente drammatico e, a detta dell'autrice, "anche un po' thrilling" che cercano di mettere grandi pezze su grandi buchi di esistenza che appaiono insormontabili. Tutto in un crescendo di drammaticità che culmina appena prima della fine del libro e che, come sempre, non racconterò per non fare odiosi spoiler.
Questo libro mi ha conquistata. Subito. Dalle prime pagine. Ve lo dico subito, ne sono entusiasta! Iniziato e finito in due giorni e mezzo, in cui quando non potevo leggerlo per fare altre cose, tipo mangiare, dormire o lavarmi, mi mancava come l'aria e non per niente in una storia sul profilo Instagram, avevo anche scritto che era una droga. Non scherzavo. Soprattutto perché andando avanti nella lettura, anche se scritto in terza persona - non sono un'amante della terza persona perché, scusate il giro di parole, secondo me spersonalizza molto il racconto - l'immedesimazione era pressoché completa e il crescendo di drammaticità è talmente forte e marcato che mi è risultato difficile riuscire a staccarmi dalle pagine per capire cosa stesse per succedere.
Federica scrive con un piglio autoritario, secco e preciso, senza inutili fronzoli, la tipica scrittura tagliente come una lama. Indagando comunque il pensiero più intimo di ogni personaggio, oppure la parte fisica in maniera quasi maniacale per rimarcare le finte bellezze che, alla fine, risultano brutture. Il romanzo è scorrevole, non lunghissimo e per questo asciutto in tutte le sue fasi, si legge tranquillamente in pochi giorni e lascia un retrogusto di dramma che è difficile fare andar via.
La psicologia dei personaggi è sempre in primo piano, Anna per esempio, è stata sempre tenuta in una campana di vetro dal padre, dopo la morte prematura della madre, senza la possibilità di poter vivere appieno la vita che consiste anche nel brutto, per poi passare direttamente sotto la campana di vetro di un marito assente e menefreghista. Una donna che non ha potuto vivere anche le cose brutte della vita, ma solo le belle, arriva a voler pretendere di viverle e per fare questo deve "farle accadere" con scelte decisamente sbagliate.
Il libro merita di essere letto, quindi ve lo consiglio nella maniera più assoluta perché sono sicura che ognuna di noi, leggendolo, carpirá cose diverse a seconda della propria situazione personale e proprio come un vestito della festa, riuscirete a farvelo cadere perfettamente perché vi vesta. Lasciateglielo fare perché vi farà pensare (ci ho messo 2 giorni a capire come e cosa scrivere in questa recensione) e ragionare su parecchie cose.
I miei complimenti immensi a Federica De Paolis per il premio DeaPlaneta vinto con questo romanzo e un bel "daje!" non glielo leva nessuno! Questo libro finisce direttamente nel mio personale Top Class, il gotha dei miei libri "5 stelle".
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Commenti
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Mi è piaciuta molto questa espressione, la contraddizione di termini che la perfezione passi da un rattoppo ne tradisce l'irraggiungibilità.
Brava Alice!