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Gli occhiali d'oro
 
Gli occhiali d'oro 2020-04-27 09:47:01 lapis
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
lapis Opinione inserita da lapis    27 Aprile, 2020
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Chi è il diverso?

Protagonista de “Gli occhiali d’oro” è l’emarginazione, il disprezzo sociale, la paura del diverso. Diverso è considerato infatti il medico Athos Fadigati, nella ricca e affascinante Ferrara fascista. Non basta essere un affermato e stimato professionista. Non basta essere un uomo colto e raffinato. Serve la conformità di comportamento, l’approvazione sociale. Altrimenti, con lentezza, quasi con riluttanza, cominciano a salire a galla rade bolle d’aria, che scoppiano in silenzio increspando per sempre la superficie melmosa della quotidianità. Sono domande, insinuazioni, dicerie. Perché un uomo della sua posizione non è ancora sposato? Cosa fa durante quelle passeggiate notturne? Ebbene, ho sentito dire che è…

Sì, è, Athos Fadigati. È riservato, cortese, caritatevole. È omosessuale, anche. Ed è dolorosamente solo. Solo, perché essere apertamente se stesso lo escluderebbe definitivamente dalla cerchia di persone istruite e beneducate a cui ha sempre appartenuto. Solo, perché i silenzi e le ombre che si è autoimposto sono diventati una cassa di risonanza in cui rimbomba forte un ingenuo desiderio di consenso, di libertà e di accettazione. Quello stesso desiderio che può portare a credere, a innamorarsi, ad afferrare imprudentemente la prima mano tesa. E a pagarne magari le conseguenze.

Ma chi è il diverso? Diverso è il bonario e placido omosessuale di mezz’età. Diverso è il giovane narratore ebreo, che scopre all’improvviso l’intolleranza e la ghettizzazione imposti dalle leggi razziali. Ma, in fondo, se ci guardiamo intorno, sono tante le diversità condannate all’esclusione. Ecco allora che questa lettura diventa indispensabile, ieri come oggi, per aiutarci a guardare con occhi diversi il mondo che ci circonda, inforcando quegli occhiali d’oro dietro cui Athos Fadigati ha nascosto per tutta la vita il proprio ingenuo, fragile, semplice bisogno di felicità.

“Il dottor Fadigati aveva due vite. Ma chi non ne ha?”

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Commenti

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Ottimo suggerimento Manuela. Sul fronte dell'emarginazione, del disprezzo sociale, della paura del diverso, purtroppo, c'è ancora molto da fare e questo genere di letture sono fondamentali in questo senso.
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lapis
28 Aprile, 2020
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Grazie mille per l'attenzione, Enrico.
Eh sì, credo che le occasioni per riflettere su questi temi non siano mai abbastanza!
Bel commento, Manuela. Reputo Bassani un grande scrittore, e qui c'è grande approfondimento.
In risposta ad un precedente commento
lapis
30 Aprile, 2020
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Grazie mille per l'attenzione, Emilio. Finora avevo conosciuto Bassani solo attraverso "Il giardino dei Finzi Contini", da questa lettura esco quindi con il desiderio di approfondire gli altri romanzi del ciclo di Ferrara. Mi ha lasciato davvero molto. Un caro saluto,
Manuela
Che bello vedere Bassani così recensito e apprezzato, continua con Dietro la porta...
In risposta ad un precedente commento
lapis
04 Mag, 2020
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Grazie di cuore, Laura. Mi chiedevo proprio come fosse meglio continuare, seguirò di certo il consiglio :)

20 Agosto, 2021
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Difficile dire meglio.
Pensa che il titolo che avevo pensato per la mia opinione su questo breve romanzo, ma che non metterò perché nella tua c'è già tutto, era infatti "Diversi" o qualcos'altro di molto simile.
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