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La ragazza di Bube
 
La ragazza di Bube 2020-04-19 09:56:10 leogaro
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leogaro Opinione inserita da leogaro    19 Aprile, 2020
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La ragazza della guerra accanto

Il romanzo è ambientato nella Val d’Elsa toscana; inizia poco dopo la fine della II guerra mondiale e si conclude nei primi anni Cinquanta.
Mara Castellucci è una ragazza sedicenne che vive a Monteguidi col padre, scansafatiche comunista, l’austera madre e il fratellino Vinicio. L’altro fratello, Sante, è rimasto ucciso dai tedeschi nei feroci combattimenti della Resistenza. I giorni passano, tra il lavoro nei campi e le scaramucce con gli spasimanti del luogo.
Un giorno, i Castellucci ricevono la visita di un ragazzo, Arturo Cappellini, detto Bube, venuto apposta a Monteguidi per conoscerli: Bube è stato un partigiano che ha combattuto insieme a Sante durante la Resistenza, guadagnandosi il soprannome di Vendicatore. Dal primo incontro con Mara, tra i due giovani nasce subito una simpatia; lusingata dall'interesse del ragazzo, Mara inizia a scambiarsi lettere con lui.
Un giorno, Bube comunica a Mara di voler cercare riparo presso la propria famiglia a Volterra perché accusato di un delitto. Era accaduto che, mentre si trovava a San Donato con i compagni Ivan e Umberto, un prete aveva impedito loro di entrare in chiesa: secondo i ragazzi, il motivo della discriminazione era la loro appartenenza al partito comunista. I giovani avevano protestato e il maresciallo dei carabinieri era intervenuto, insieme al figlio, a sostegno del prete. Bube e gli amici avevano cercato inutilmente di far valere le loro ragioni e, spinti dall'ira, avevano aggredito il sacerdote. Così, il maresciallo aveva reagito sparando ad Umberto, uccidendolo; per vendicare l'amico, Ivan aveva ucciso il maresciallo, mentre Bube ne aveva rincorso e assassinato il figlio.
Nonostante l’opposizione della madre di lei, Mara e Bube intraprendono così il viaggio verso Volterra. La prima tappa è Colle Val d’Elsa; lì, Bube rivede casualmente un prete di Volterra, tale Ciolfi, a suo tempo tacciato di pedofilia. Nel pomeriggio, i due salgono sull’autobus per Volterra; lì trovano anche il prete Ciolfi e una donna, che inizia a inveire contro il sacerdote, accusandolo d’aver collaborato coi nazisti durante la guerra. Appena riconosciuto Bube, la donna lo sprona a picchiare il prete, ma il ragazzo cerca di tergiversare. Giunti a Volterra, Bube conduce il prete verso il carcere per farlo costituire ma, aizzato dalla folla, viene praticamente costretto a picchiarlo per tener fede al suo nome di Vendicatore.
Giunto a casa dai familiari, Bube viene avvertito dal compagno Lidori che rischia di essere arrestato per il delitto di San Donato. Stare nascosti in famiglia non è affatto sicuro, cosicché Lidori accompagna Bube e Mara in un capanno di campagna, dove i due innamorati passano alcuni giorni insieme. L’indomani, una macchina passa a prendere Bube per portarlo precipitosamente in Francia, mentre Mara ritorna a Monteguidi.
Nel frattempo, qualcosa in lei è cambiato: non è più la ragazza spensierata di prima, è angosciata per la mancanza di notizie su Bube e le rimane indifferente tutto quello che la circonda. Anche in casa il clima non è sereno: il padre è preso soltanto dalle attività del partito comunista, mentre la madre la rimprovera continuamente per essersi fidanzata con un poco di buono. L’infelicità della ragazza cresce, così pure l’insofferenza alla quotidianità di Monteguidi. Finita l'estate, Mara decide di andare a lavorare come domestica presso una famiglia di Poggibonsi. Qui, la ragazza stringe amicizia con una compaesana, Ines, che le presenta Stefano, un ragazzo serio e un po' timido che lavora nelle vetrerie. Mara resta inizialmente fredda, ma lentamente comincia ad apprezzare la sua garbata compagnia, soprattutto perché, da più di un anno, non ha notizie di Bube. La ragazza scivola così gradualmente in un dilemma: da un lato sa di aver dato la sua parola a Bube, ma dall'altro sente crescere l’amore per Stefano, un uomo serio e sincero che potrebbe darle la felicità e il benessere.
In Francia, il governo decreta l’espulsione dei rifugiati politici: Bube, costretto al rimpatrio, viene arrestato alla frontiera e condotto a Firenze. A questo punto, per Bube e Mara è giunto il momento di guardarsi occhi negli occhi, capire se è possibile, e in che modo, un futuro per loro. Mara, soprattutto, sarà chiamata a compiere una scelta che potrebbe rivelarsi decisiva, seppur così giovane, per l'intera sua vita.

Libro intenso, in cui Cassola descrive la storia con vivide immagini, nel solco di quel Neorealismo che tanti capolavori ha regalato alla nostra letteratura. La lettura è piacevole, la trama meritoria, molteplici i temi affrontati, dal lavoro alla questione sociale, dalla guerra all'amore, dalla vendetta alla giustizia.

Due citazioni: “Ogni causa esige i suoi caduti” - “E’ cattiva la gente che non ha provato il dolore. Perché quando si prova il dolore, non si può più voler male a nessuno”

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Consigliato a chi ha letto...
Moravia, Pratolini, Deledda, Elsa Morante, Bassani ma anche Silone e Verga
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Commenti

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Ciao Leano.
Bel parallelo fra i protagonisti : lei che da ragazzina quasi sciocca diventa una donna forte e consapevole ; lui che passa tra gli eventi immutato con l'imperturbabilità delle statue.
L'avevo letto a scuola ma proprio giorni fa mi è tornato in mente a ho voglia di rileggerlo!
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