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Un titolo perfetto.
Con una tecnica che la Mazzucco ha sperimentato altre volte nelle sue opere e che riconduce alla circolarità del romanzo, anche in “Un giorno perfetto” la scrittrice inserisce all’inizio del primo capitolo e all’inizio dell’ultimo la stessa citazione, che in questo caso è il testo di “Perfect day” di Lou Reed: ciò per sottolineare che anche la struttura del romanzo deve essere perfetta, come il cerchio che si chiude lasciando ricongiungere la fine con l’inizio. Ed è nel titolo, una volta di più che si cela il vero significato del romanzo. Sì, perché al di là di ciò che effettivamente può accadere nell’arco di una giornata di bello o di atroce, ogni giorno è perfetto, nel suo compiersi, nelle sue ventiquattro ore che trascorrono inarrestabili. Ed è per questo che il titolo di ogni capitolo altro non è che l’ora in cui la vicenda si svolge.
Ventiquattro ore, dunque, quasi un’unità di tempo aristotelica, scandite da personaggi assai diversi tra loro, la cui esistenza, tuttavia, si intreccia e si lega in un inesorabile destino.
Un romanzo dal contenuto tristemente attuale e realistico che indaga nei rapporti di coppia, nelle frustrazioni che nascono dalla gelosia o dalla insoddisfazione, che sa penetrare nell’animo dei giovani ribelli, come nel caso di Aris, affascinati dagli ideali anarchici, eppure opportunisticamente propensi ad accettare qualche facilitazione derivata dal deprecabile e corrotto mondo borghese. Un romanzo che si sofferma sulle ingenuità e le illusioni dei più piccoli che non capiscono le incoerenze del mondo degli adulti, ai quali guardano con occhio critico e intransigente.
Così la drammatica storia di Emma e Antonio si svolge parallelamente a quella di Maja e Elio, mettendo sotto accusa potere e politica, mentre la diversità di Sacha e lo spirito ribelle di Aris relegano entrambi all’emarginazione e le vere vittime di un mondo disumanizzato sono i più giovani, che vedono distrutte le speranze di un futuro sereno.
Tanti sono i riferimenti letterari che si trovano nel testo, da Tolstoj a Rimbaud, da Flaubert a Mann, come tanti sono i riferimenti musicali e cinematografici. Né mancano accenni ad alcune opere d’arte tra le tante che si ammirano nelle chiese romane, come quello alla Madonna dei Pellegrini del Caravaggio nella basilica di Sant’Agostino. È sempre Roma, nella sua opulenza artistica, come una donna formosa e generosa, che fa da sfondo a una storia torbida e tragica a un tempo.
Indicazioni utili
Molto bello anche il film di Ferzan Ozpetek “Un Giorno perfetto”, con Valerio Mastandrea, Isabella Ferrari, Stefania Sandrelli e Monica Guerritore.
Commenti
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Per la verità non ho letto nulla di lei e non saprei neppure da dove cominciare. Benvenuti i suggerimenti.