Dettagli Recensione
Ci vuole tanta forza per scrivere un libro cosi'
Chi di voi non è rimasto rapito da qualche paesaggio dolomitico. Valli, picchi, natura e paesini da favola incastonati come gioielli in uno scenario indimenticabile. Questo è ora. Mai ci si sofferma a pensare a cosa potevano essere questi piccoli agglomerati di case solo 100 anni fa. Come poteva essere la lotta quotidiana per la sopravvivenza; come poteva essere il rapporto dell'uomo con la natura che lo circondava, il rapporto fra gli uomini e le donne, fra genitori e figli, fra uomini e Dio, Insomma, cosa ci nascondono quei tetti spioventi e quei balconi zeppi di gerani?
Mauro Corona te lo svela in questa saga del suo paese, Erto.
Si sente un bisogno da parte dell'autore di tirare fuori tutta quella sofferenza e tutta quella vita vissuta in maniera cosi totale e cosi brutale. Ci riesce l'autore, eccome se ci riesce.
Ti fa piombare e ti incatena in un susseguirsi di bellezze e bruttezze che sintetizzano perfettamente il vissuto di quegli abitanti. Storie magiche, storie di tradimenti, storie di avidità, storie su storie; davvero tanta tanta roba.
Ma tu come lettore non ne sei mai sopraffatto, perchè lo stupore per il continuo fluire di personaggi e accadimenti ti tengono li, facendoti rifiatare nei tanti momenti lirici in cui Corona dà il meglio di sè, facendoti vivere il freddo, la neve, la sofferenza, la gioia delle feste conviviali, la violenza morale e materiale.
Il classico libro che ti dispiace finire, mentre ti chiedi quale sforzo fisico deve avere sopportato l'autore nel portarlo avanti pagina dopo pagina.
Ecco, secondo me questa è la cifra del libro. Il sentire lo sforzo fisico dell'autore nel partorirlo, nel portarlo avanti. Mai mi era capitato di vivere questa emozione.Ringrazio Corona di avermelo fatto vivere, e penso ci sia riuscito perchè ritengo che per lui con la parola fine non ha dato luce a un libro, ha dato luce a un figlio.