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Il visconte dimezzato
 
Il visconte dimezzato 2020-04-13 09:36:20 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    13 Aprile, 2020
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Due metà d'una visione chiara

“[…] che queste due metà fossero egualmente insopportabili, la buona e la cattiva, era un effetto comico e nello stesso tempo significativo, perché alle volte i buoni sono dei terribili scocciatori."
Questo dice lo stesso Italo Calvino riguardo al primo romanzo della sua “Trilogia degli antenati", e in questa affermazione risiede uno dei temi della storia: la dicotomia tra il bene e il male assoluti che sono entrambi, anche se non egualmente, nocivi e malvisti. Magistrale, in questo senso, è la contrapposizione nelle reazioni dei personaggi di contorno agli incontri con le due metà del visconte; soprattutto quella degli ugonotti.
In questo romanzo troviamo diverse analogie col resto dell'opera calviniana, come ad esempio "Il sentiero dei nidi di ragno" o “Le città invisibili", e forse proprio di queste due opere forma l'unione perfetta. Diviso infatti tra favola (anche se in certi tratti troppo cruda per esserla puramente) e realismo, mette a nudo diversi conflitti dell'animo umano sia riguardo alla super sviscerata dicotomia di cui parlavamo prima (e in questo senso è chiara l'influenza di Stevenson), sia nella concezione equilibrata d'un mondo che si divide (per l'appunto) tra bellezza e tragedia; tra nobili intenti difficili e cattivi propositi nella cui realizzazione siamo non solo maestri, ma artisti.
Del Sentiero prende anche il narratore “fanciullo”, che seppur in maniera meno invadente rispetto a Pin ci accompagna lungo tutto il racconto. Rispetto a quel romanzo, tuttavia, il Visconte ha dei toni fantastici più vicini alle Città (pur non somigliandole per nulla nella struttura); popolata da personaggi macchiettistici portati all'eccesso, che tuttavia ci pongono dinanzi scomode verità: conflitti che proviamo a ignorare ma con cui, ogni giorno, facciamo tacitamente i conti.
Il Visconte torna dalla guerra coi turchi dimezzato, beccandosi in pieno petto una palla di cannone, ma con la sua incompiutezza fisica metterà in vergognoso risalto l'incompiutezza metafisica di ogni essere umano, ed è bellissimo vedere come le sue due metà così diverse, trovino un punto d'incontro proprio su questo punto.
"Il visconte dimezzato" è un libro dimezzato a sua volta, che con questo meccanismo perfetto riesce a metterci davanti a realtà compiute con la facilità che si avrebbe nel comporre un puzzle di due soli pezzi. Direi che quest’opera è degna del miglior Calvino, che si conferma genio forse non abbastanza celebrato della nostra letteratura.

“Allora il buon Medardo disse: - O Pamela, questo è il bene dell'esser dimezzato: il capire d’ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza. Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati dovunque, là dove meno da intero uno osa credere. Non io solo, Pamela, sono un essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti. Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo. Se verrai con me, Pamela, imparerai a soffrire dei mali di ciascuno e a curare i tuoi curando i loro.”

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Commenti

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Valerio, trovo interessante la tua recensione. Sicuramente hai una buona conoscenza dell'autore e delle sue opere.
Anch'io trovo bello e significativo questo breve romanzo. Ma Calvino ha stimolato il mio entusiasmo solo con "Lezioni americane" , libro già pronto per la rilettura.
In risposta ad un precedente commento
Valerio91
14 Aprile, 2020
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Ciao Emilio,
grazie! Anche io ho in coda la lettura di "Lezioni Americane", me ne hanno parlato tutti benissimo; lo tengo proprio qui accanto a me e lo leggerò quanto prima per la prima volta. A quanto pare è anche un must per chi abbia l'ambizione di scrivere, dunque non ho più scuse! :)
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