Dettagli Recensione
L'amore? È’ una maledizione che piomba addosso.
A quale limite può un uomo assoggettarsi ad Amore? Svuotarsi di sé per lasciarsi impossessare da esso, cancellando ogni altra paura, ogni altra realtà se non quel tormento, quella maledizione che esso porta?
Questa è la storia di un uomo che l'amore fa riscoprire solo, mai cresciuto da un attimo di giovinezza mai gustato, alla ricerca di donne che possono solo intimorirlo, e può avere solo in superficie, nella loro carnalità.
E solo in Laida, nel suo malsano amore per la bella e sensuale Laide, si annida quell'amore che Antonio ha sempre desiderato e che non sa gestire, possessivo e intransigente ma anche umile e disposto a lasciare ogni dignità e amor proprio.
E a quale limite può una donna vendersi? Svuotare se stessa della sua libertà, sua stessa essenza, rinunciare a vivere per poter sopravvivere e racchiudere la sua poca vita in qualche lettera nascosta sul fondo di un armadio?
Questa è la storia di una donna che non ha altro destino se non quel presente a cui si adegua. Una donna amata per pochi piaceri effimeri e abbandonata per una migliore offerta, bramata da ogni uomo ma disdegnata e considerata inferiore da ognuno di essi.
Buzzati ci accompagna nel racconto attraverso il flusso di coscienza del protagonista che fa fremere il lettore, patteggiante ora per l'una ora per l'altra parte in un gioco senza vincitori né vinti, dove l'amore non è che una maledizione a cui non è possibile resistere.
Un libro che non pretende di raccontare l'amore ma semmai UN amore, con tutti i suoi indicibili
tormenti e i suoi vizi incurabili.
Consigliatissimo!
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Commenti
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Ho letto questo libro anni fa, in gioventù. Non mi fece una grande impressione. Il libro contiene la parola "amore" perfino nel titolo, Ma è difficile classificare un sentimento come quello del protagonista. Mi pare piuttosto un'ossessione di un uomo maturo, una passione nel senso etimologico del 'subire' .
Penso sia vero ciò che dice un personaggio di Marai (in "La donna giusta") : nella passione non c'è niente di festoso.