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Il viaggio di Aaron
“Il treno di cristallo” di Nicola Lecca è un romanzo di formazione e insieme un itinerario di viaggio. Si potrebbe dire quindi che è un percorso vissuto dal protagonista non solo attraverso le ferrovie e le città europee che visita, ma anche un cammino compiuto verso le proprie origini e verso la consapevolezza della propria identità.
Aaron vive a Broadstairs, nel Regno Unito, con sua madre Anja. Ha solo diciotto anni, lavora nella famosa gelateria Morelli della sua cittadina ed ha una relazione virtuale con una ragazza che non ha mai incontrato, Crystal. I soldi sono pochi, Aaron e Anja sono emigrati dalla Croazia. Una brutta depressione affligge Anja ma la piccola famiglia non può permettersi uno psicoterapeuta.
Mentre Aaron sta cominciando a pensare ad un ultimatum da dare a Crystal (o si decide ad incontrarlo, oppure romperà questa relazione a distanza) arriva, inaspettata, una busta proveniente da Zagabria, la città dove lui e sua madre sono nati. É del notaio Dano Porcic, che gli annuncia la morte di suo padre e lo invita ad andare a Zagabria per l'apertura del testamento. Aaron non sapeva che il padre fosse ancora vivo, sua madre gli aveva raccontato che era morto mentre lei era incinta. Quale verità si può nascondere dietro a tutto ciò? Inoltre, secondo le volontà testamentarie, il padre di Aaron ha predisposto per il figlio un viaggio in Interrail per raggiungere Zagabria, non un semplice e diretto biglietto aereo.
Il ragazzo quindi inizia un avventuroso viaggio durante il quale saranno toccate le città di Amburgo, Praga, Szentgotthàrd, Lubiana, fino a giungere a Zagabria. Un itinerario che durerà una decina di giorni e che gli farà vivere esperienze che fino a quel momento non aveva mai provato nell'ambiente ovattato e triste di Broadstairs, aiutandolo ad andare verso l'età adulta. E a Zagabria sarà svelata anche la verità sulla sua identità, che sua madre gli aveva tenuta nascosta in tutto il periodo della sua giovane vita.
In conclusione, quindi, una lettura piacevole e coinvolgente, in linea con gli altri romanzi dell'autore. Un viaggio che può aiutarci ad evadere momentaneamente dalle preoccupazioni e dalle ansie che attanagliano questi giorni difficili. Un percorso di crescita compiuto in questa nostra Europa, che può concludersi soltanto con un messaggio di speranza per il futuro.
«Il guaio è che quando non ci si può guardare negli occhi diventa difficile capire le intenzioni degli altri. Perché la voce può pure riuscire a mentire. Gli occhi, invece, non ci riescono quasi mai.»
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