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Gli estivi
 
Gli estivi 2020-03-04 16:03:52 annamariabalzano43
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    04 Marzo, 2020
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“La vita te ciancica e poi te sputa”


“La vita te ciancica e poi te sputa” è la frase che il grattacheccaro rivolge a lui, al protagonista di “Gli estivi”, il secondo romanzo della quadrilogia di Luca Ricci, al protagonista – scrittore di mezza età, in crisi creativa e esistenziale, che vede avanzare minacciosa una vecchiaia alla quale non sa rassegnarsi. E l’amore, come nostalgia della giovinezza e difficoltà di rinnovarsi con il passare del tempo, diviene ossessione. Quindici estati si susseguono nel gioco estenuante e frustrante di riuscire a possedere quell’oggetto del desiderio di nome Teresa, giovanissima e bella, provocante e provocatrice. La frustrazione d’amore si accompagna a una spietata analisi del mondo dell’editoria, della funzione della scrittura, delle illusioni e delle delusioni che ne scaturiscono.
Come la classicità si era occupata dell’amore esaltandolo nelle figure di Ulisse e Penelope, di Paolo e Francesca o Renzo e Lucia e il mondo moderno ha cantato il disamore con Charles e Emma Bovary o Leopold e Molly Bloom, così i nostri tempi hanno visto deteriorarsi l’ambiente artistico, frammentando la figura dello scrittore, come quello del critico per crearne generi diversi e renderli più facilmente appetibili al mercato editoriale.
“La dissoluzione dell’amore in letteratura è un fatto vistoso quanto poco indagato”, è questo un concetto che tradisce una visione pessimistica dei rapporti umani, che stenta a spostare l’attenzione dalla passione e dal sesso alla sfera affettiva, ben più solida e duratura.
Un romanzo ben ambientato nella spietata luce e nel caldo rovente e ustionante del mese di agosto.

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Commenti

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Anna Maria , la tua presentazione davvero bella capta una questione importantissima di un certo degrado consumistico-edonistico che ha inquinato anche le relazioni nell'ambito della vita privata. Pertanto il libro mi pare interessante. A raffreddare la mia curiosità per questo romanzo è quella frase, estratta dal testo, di sapore gergale che temo indice-scappatoia di quella produzione letteraria contemporanea che ha talvolta o spesso rilevanti carenze nel gestire la qualità di scrittura.
Perfettamente d'accordo sul degrado che ha inquinato tutti i rapporti privati e ahimè anche pubblici... Per quanto riguarda l'espressione dialettale è in verità forse l'unica nel testo che però mi è sembrata significativa di una visione del mondo. Ciò che ritengo forse il maggiore limite di questo romanzo è l'attribuire una ossessiva importanza al sesso a discapito dell'amore nella sua interezza specialmente nel periodo della mezza età. Ma ovviamente questa è una mia personale opinione e come tale discutibile!
In risposta ad un precedente commento

20 Giugno, 2020
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Riguardo al "limite del romanzo". Secondo me non è un limite è semplicemente la pura realtà.
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