Dettagli Recensione
Il sapore della solidarietà
Un romanzo al gusto di solidarietà.
Ma qual è il sapore della solidarietà?
La solidarietà sa di gioia. È qualcosa da cantare, come fanno le donne e gli uomini dell’Alta Italia, nel primo dopoguerra, accogliendo migliaia di bambini in difficoltà, provenienti dal Meridione. Cantano, col sorriso sulle labbra e le braccia aperte. Donano, cibi appetitosi, vestiti caldi e affetto famigliare.
Perché dare non significa solo privarsi, ma arricchirsi.
La solidarietà sa di amarezza. Essere messi su un treno a sette anni, essere accolti come figli in una famiglia che non è la propria, conoscere un nuovo modo di vivere, tutto questo ha un suo prezzo. Lo sradicamento, la vergogna del diverso, la sofferenza di sentirsi spezzati definitivamente in due.
Perché ricevere non significa solo prendere, ma rinunciare.
“Ho avuto molto, ma il prezzo l'ho pagato per intero, ho rinunciato a tanto”.
È un freddo mattino di novembre quando il piccolo Amerigo sale sul treno dei bambini, diretto al nord. Sulla banchina, non ci sono baci e lacrime per lui, solo una mela. Gli abbracci e i sentimenti non sono arte di mamma Antonietta, una donna dura, segnata dalla quotidiana lotta alla sopravvivenza. A Napoli, Amerigo non va a scuola, mangia pane secco e cammina scalzo. A Modena troverà invece una casa, carezze, la passione per la musica e persino un uomo da chiamare babbo, per lui che un padre non l’ha avuto mai. La mela in tasca gli ricorda però quella mamma mai sorridente, che forse lo ha abbandonato, che forse non lo ama abbastanza.
Ma attenzione Amerigo, le mele se non le mangi avvizziscono. E così anche gli affetti, se lasci che il tempo sedimenti equivoci, rancori e malintesi.
“Amerì, a volte ti ama di più chi ti lascia andare che chi ti trattiene”.
Riscoprendo una pagina importante della storia del nostro paese, Viola Ardone emoziona e coinvolge con un racconto vero, intenso, struggente. Commuove e fa sorridere la tenera e scanzonata voce di Amerigo, alle prese con il dialetto emiliano, la mortadella e, soprattutto, una dimensione emotiva nuova, dove l’urgenza del bisogno lascia spazio ai sentimenti, all’altruismo, alle idee. Addolora, nell’ultima parte, la voce adulta di Amerigo, con le sue ferite mai del tutto rimarginate. A ciascun lettore il compito di riflettere sulle molteplici sfaccettature di questo bellissimo esempio di solidarietà. Per chi ha scelto dolorosamente di lasciar partire. Per chi ha accolto con una generosità oggi non comune. Per chi è stato costretto, ancora bambino, a lanciarsi in un salto nel buio.
Tante le lacrime eppure tanta delicatezza in questa narrazione, che evita sempre i toni patetici per lasciare spazio alla genuinità, alla dignità, alla speranza.
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Commenti
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Aspetto allora la tua opinione finale :)
Grazie, Manu
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