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Ai confini della comprensione
Un inquietante thriller? Un affascinante romanzo d'avventura? Un giallo psicologico? Un saggio storico? Non aspettatevi niente di tutto ciò, ci si addentra in un'altra dimensione letteraria e narrativa; uno stile innovativo, un flusso di coscienza allo specchio, un'esplosione narrativa che lascia attoniti ma, allo stesso tempo, incuriositi nella ricerca indirizzata a scoprire cosa l'autore vuole comunicare.
“Canti del caos” è un tomo di oltre mille pagine facente parte di una trilogia (o saga?) definita “dell'eternità” o “degli increati”di cui esso è il secondo in ordine cronologico; avendo già letto il primo della trilogia “Gli esordi”, posso affermare, a parer mio, che l'attuale romanzo può essere letto in maniera autonoma in quanto non è necessario conoscere il contenuto del primo romanzo.
Parliamo appunto del contenuto: una narrazione, come scritto prima, a dir poco esplosiva, fuori da ogni canone e stereotipo cui il sottoscritto è abituato anche avendo letto migliaia di libri affrontanti variegati generi e ambientazioni. Gli argomenti affrontati possono disturbare per certe situazioni ai confini dell'accettazione cerebrale o, meglio, delle regole che la nostra civiltà impone.
L'autore parla in prima persona, poi tramite i suoi innumerabili personaggi che appaiono grotteschi, esilaranti, fuorvianti, inverosimili, orrendi, folli al di là di granitiche concezioni intellettuali. Avvenimenti improbabili, fantasiosi, rivoltanti che fanno precipitare nei meandri vorticosi e oscuri delle nostre pulsioni rimosse, dei nostri pensieri inaccettabili, di tutto ciò che saremmo potuto essere ma così non è stato a causa di un “CAOS” primordiale cui tutti noi siamo una risultanza non voluta, non programmata, non architettata a dovere.
Ci si domanda: PERCHE'? La risposta non esiste neanche facendo le più acrobatiche elucubrazioni mentali; non siamo ancora preparati, possiamo solo immaginare ma senza soluzione adeguata.
Il romanzo può apparire pesante, spesso illeggibile, più volte si è tentati di abbandonarlo e nasconderlo; vi invito, se avrete pazienza e tenacia, di leggerlo, di farvi un'opinione in merito, di valutare le circostanze e le molteplici situazioni al limite della comprensibilità.
Una sfida al post moderno, una sfida contro noi stessi!
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Commenti
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Questa faccenda dell'essere tentati di NASCONDERLO mi fa proprio sorridere, non ci avevo mai pensato, io in certe situazioni vorrei aprire la finestra e lanciare con tutte le forze :-)