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Portoro
 
Portoro 2020-02-09 21:35:07 Cristina72
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    09 Febbraio, 2020
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Buio e oro

A chi può interessare la vita di un cretino?
Di sicuro, quella di Carmelo Hayez, ventinovenne cagliaritano, ribattezzato a torto o a ragione “Cretinhayez” dai suoi concittadini, attira subito l’attenzione di chi si appresta a leggerla.
L' ironia, che già dalle prime battute trasforma in farsa una serie di drammi, ne alleggerisce la portata e dà una marcia in più ad una prosa schietta ed efficace.
Quella di Carmelo è l’esistenza di un giovane depresso e sovrappeso, carico, si direbbe, di promesse non mantenute: calciatore fallito, eterno laureando, cinefilo con vaghe ambizioni di regista e sceneggiatore.
Tra echi kafkiani e camusiani (la sua stanza, gabbia-rifugio, la città invasa da topi, scarafaggi e virus intestinali), Hayez si muove in un ambiente familiare claustrofobico e condiscendente, costellato di buone intenzioni e miseri risultati. Una miseria, la sua, che pulsa di energia andata a male, di sensualità che degenera in dipendenza - dalla pornografia prima, dall’eroina poi - in balìa di “pensieri circolari” e di due amanti nevrotiche. Queste ultime, detentrici di verità crude e necessarie, saranno pietre miliari nella sua educazione sentimentale, mentre gli amici – figure maschili piuttosto ambigue, ma solide – aiuteranno Carmelo a rimettersi in piedi.
Seguire il percorso accidentato di un perdente è sempre in qualche modo catartico nella misura in cui il lettore simpatizza col personaggio: una volta toccato il fondo, accade a volte di scorgere una qualche possibilità di redenzione, screziature luminose che punteggiano il buio, imperscrutabili disegni che svelano un senso di profondità mai immaginato, all'insegna di un nuovo ordine spazio-temporale.
Come nella Via Lattea, o nei quadri di un pittore d’avanguardia, o nel Portoro, marmo scuro venato d'oro:
"Se il cielo degli uomini era iniziato nella notte fra i pianeti, il Portoro lo avrebbe raccontato, anche nel percorso a ritroso di chi muore: non lapide, ma finestra aperta".
Portoro è un romanzo a più strati, semplice e sofisticato per contenuti e linguaggio, come i personaggi che lo popolano.
Respingente in certi passaggi, ma mai volgare, decisamente romantico in altri, ma mai stucchevole, è uno spaccato di vita portata avanti alla meno peggio, che si finisce per osservare sospendendo ogni giudizio.

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Commenti

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siti
10 Febbraio, 2020
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Ciao Cristina, vi si riconoscono molti dei temi sottesi anche alle altre opere, per me Giulio però dovrebbe tentare moduli completamente diversi, ha grande capacità di scrittura.
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
10 Febbraio, 2020
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Ciao Laura! Ogni scrittore ha la sua impronta stilistica, genetica oserei dire, e quella di Giulio Neri è netta. Certo, non incontra il gusto di tutti.
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