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Indimenticabile Pereira
Pereira è un giornalista, per molti anni si è occupato di cronaca, adesso dirige la pagina culturale di un modesto giornale del pomeriggio, il “Lisboa”. Siamo in un afoso e luminoso agosto del 1938, a Lisbona. In Europa si aggirano le inquietanti ombre del fascismo e del nazismo e nella vicina Spagna si combatte una feroce guerra civile fra repubblicani e nazionalisti.
Pereira è stanco, solo, vedovo, è grasso, ed il suo essere grasso è solo l'esteriorizzazione di un suo disagio interiore. Pereira non ha elaborato il lutto della morte della moglie e in generale della sua vita passata, della sua giovinezza. Vive in un eterno passato ed uno dei suoi pensieri ricorrenti riguarda la morte: sarà forse eretico se non crede nella resurrezione della carne?
Ma in quell'agosto portoghese, sospeso tra caldo opprimente e brezze atlantiche, tra un'omelette alle erbe aromatiche ed una limonata, si verifica un evento.
«Bisognerebbe che conoscessi meglio gli ultimi mesi della sua vita, disse il dottor Cardoso, forse c'è stato un evento. Un evento in che senso, chiese Pereira, cosa vuol dire con questo? Evento è una parola della psicoanalisi, disse il dottor Cardoso, non è che io creda troppo a Freud, perché sono un sincretista, ma credo che sul fatto dell'evento abbia ragione senz'altro, l'evento è un avvenimento concreto che si verifica nella nostra vita e che sconvolge e turba le nostre convinzioni e il nostro equilibrio, insomma l'evento è un fatto che si produce nella vita reale e che influisce sulla vita psichica, lei dovrebbe riflettere se nella sua vita c'è stato un evento. Ho conosciuto una persona, sostiene di aver detto Pereira, anzi, due persone, un giovanotto e una ragazza.»
Pereira dunque conosce un giovane, Monteiro Rossi, e la sua fidanzata, Marta. Il ragazzo si è laureato in Filosofia con una tesi sulla morte e Pereira pensa di assumerlo come praticante al “Lisboa” per fargli scrivere necrologi di scrittori scomparsi. Monteiro Rossi in realtà non ha la stessa passione di Pereira per la morte: fin dal primo colloquio mette in chiaro che a lui interessa la vita. Da quel momento l'esistenza di Pereira comincia lentamente a cambiare, l'anziano giornalista non riesce più a sostenere la sua posizione di cauta neutralità nei confronti di ciò che sta avvenendo in Europa ed in Portogallo: non può più evitare di prendere una posizione netta e di pagarne direttamente le conseguenze. La sua idea era già in lui, ma adesso non è più possibile metterla a tacere soffocando l'insoddisfazione e il senso di colpa in una limonata piena di zucchero o nel triste parlare con il ritratto della moglie morta. Nella confederazione delle anime che governano il suo io sta cambiando l'anima egemone che guida tutte le altre. Non c'è nessun'altra possibilità.
Incredibilmente bello questo romanzo di Tabucchi, finito di scrivere il 25 agosto 1993, da leggere e rileggere con rinnovato apprezzamento, stupore, meraviglia. Tabucchi, con il suo capolavoro, ci consegna una storia che sa parlare alla nostra coscienza civile e sociale, risvegliandola, e allo stesso tempo sa rivolgersi anche alla nostra umanità, facendoci immedesimare nel disagio, nella voglia di reagire e di vivere, nella determinazione e nel coraggio dell'indimenticabile Pereira.
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Commenti
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Anche per me questo romanzo "incredibilmente bello" merita tutte le stellette che gli hai attribuito.
Ciao, Manu
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