Dettagli Recensione
L'Antigone napoletana
Il bambino nascosto è un bellissimo romanzo-sceneggiatura sul tema della mafia. Ricorda per argomento la paranza e gli ambienti di Saviano. Sembra ,leggendo, di vedere già il futuro film, protagonista il solitario, schivo maestro di pianoforte Toni Servillo, nel romanzo Gabriele Santoro,. La trama è semplice e interessante. Due bambini di dieci anni scippano la madre del boss mafioso De Vito che cade battendo la testa e muore. I genitori dei bambini devono sacrificare i figli per ripagare lo sgarro, ma uno dei due bambini, Ciro, si nasconde a casa del maestro di musica, che inizia a vivere spiato e braccato dalla mafia in casa sua. Il maestro ha un fratello magistrato con cui è in cattivi rapporti, ma che decide di contattare per chiedere consiglio. Questo fa sì che sia messa a confronto la misericordia con la giustizia. Così come Antigone contro gli ordini dello zio Creonte decise di dare sepoltura al fratello Polinice, così anche Gabriele si scontra con la durezza della legge che non prevede la preveggenza del crimine in casi come questo. Anzi gli contesterebbe il reato gravissimo di sottrazione di minore. In ogni caso Andò pone in modo toccante il problema del male, dell’abitudine al male; di come la rassegnazione di fronte al male sia già di per sé un male peggiore del male stesso. Il suo romanzo è una riflessione profonda su questo tema con grande apertura di orizzonti morali: la misericordia supera sempre la giustizia di gran lunga (non sono nata per condividere l’odio ma l’amore, dice Antigone), il bene vince sul male ma è necessario il sacrificio espiatorio dell’innocente per rovesciare la mentalità consolidata aprendovi un varco.
Perciò a ragione il maestro cita: se non dovessi tornare sappiate che non sono mai partito.
Forse, per il modo di affrontare il tema della mafia, per la bellezza dell’affetto disinteressato tra maestro e allievo, per l’arte (la musica) che accomuna le anime di Gabriele e del suo dotatissimo allievo di fortuna Ciro il libro mi è sembrato molto coinvolgente. Del resto Andò è una persona di grande spessore e intelligenza. L'incipit non è la parte migliore del romanzo, l'inizio è legnoso ma poi si scioglie subito.
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