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Il colibrì, una storia di amore e di resistenza
Il colibrì è un libro carico di ricerca di senso, passando attraverso la descrizione dell'intera vicenda terrena di un uomo e degli affetti che gli ruotano intorno. L'autore, nella rappresentazione di drammi interiori che potrebbero indurre chiunque al cinismo ed alla resa, esprime invece un incrollabile amore per la vita con le sue innumerevoli crepe e con la sua imprevedibile capacità di sorprenderci sempre, nel bene e nel male. L'autore raggiunge, con indulgenza e profonda consapevolezza, le molteplici sfumature dell'animo umano. Attraversa le tenebre, ma cerca e raggiunge la luce. La descrizione della malattia, sempre indecente nel suo effettivo manifestarsi, nella devastazione che produce in chi la patisce ed in chi la vive in quanto affidatario del compito di assistere, è estremamente realistica. I sentimenti basilari sono tracciati perfettamente. L'amore, asimmetrico, rincorso, negato, mai corrisposto come meriterebbe, pervade tutta la narrazione Il vuoto della perdita è rappresentato senza inutile pietismo, lasciando percepire chiaramente l'irreversibilità della condizione.. sia che si tratti di perdita fisica sia che si tratti di perdita sentimentale. Nonostante il dolore descritto in tante declinazioni, il libro trasmette un messaggio positivo di umana speranza, legata al ricordo di noi e di chi ci portiamo dentro e che dentro di noi continuano a vivere. Nelle situazioni estreme dell'esistenza resta solo la bellezza dei sentimenti vissuti in modo autentico che riscattano le sofferenze e le rinunce di una vita intera. La prosa è elegante e scorrevole. La lettura è piacevole e la trama avvincente. Il colibrì è un libro intenso, profondo, necessario.