Dettagli Recensione
In soffitta o in cantina?
Romanzo breve, anche troppo, veloce tanto da sembrare incompiuto; blando e sbiadito, un’idea in nuce, non sviluppata abbastanza. Non so quali siano stati i motivi che hanno dirottato questo scritto, ma tale appare , quasi un mezzo aborto.
Un adolescente problematico, forse solo irrisolto e in cerca di se stesso, risente a tal punto delle proiezioni materne e dei patemi paterni da trovarsi ingabbiato in una grande fandonia che, nata quasi inconsapevolmente, lo obbliga ad una scelta drastica: rinchiudersi nella cantina della propria casa per una settimana al fine di giustificare l’assenza per un viaggio con ipotetici amici che non lo hanno mai invitato anche perché non lo vedono nemmeno.
L’isolamento forzato è spesso interrotto dalle telefonate della madre che vuole accertarsi che tutto vada bene e dalla riapparizione inaspettata della sorella, figlia di primo matrimonio del padre, una tossicodipendente che lo costringere a una forzata resa dei conti con se stesso e con gli altri.
Ritratti psicologici appena abbozzati, una certa prevedibilità degli eventi, una prosa piana finiscono col facilitare una lettura veloce, di poche ore, che si spegne come un fuoco d’artificio acceso il tempo giusto per vedere il triste tramonto di se stesso senza toccare cielo.
Indicazioni utili
- sì
- no
no: se si esige spessore
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Per me è un 'no' : ammazzare il tempo mi pare un delitto!
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