Dettagli Recensione

 
La seconda porta
 
La seconda porta 2019-11-12 01:20:52 annamariabalzano43
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    12 Novembre, 2019
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

La porta come metafora della vita

Con il suo ultimo romanzo “La seconda porta”, Raul Montanari si conferma, ancora una volta, scrittore di talento, acuto osservatore della realtà che ci circonda, di cui fa un’analisi minuziosa ed equilibrata.
Attraverso l’uso originale della metafora della porta, egli pone a confronto due mondi diversi e contrastanti, quello di Milo, il protagonista, e quello di Adam, rifugiato e fuggiasco. La porta, infatti in sé ha una duplice funzione: da una parte stabilisce un contatto con il mondo esterno, dall’altra può escluderlo. Essa, dunque, può essere mezzo di crescita se aperta a esperienze diverse e molteplici, ma al contempo garanzia di sicurezza se chiusa a ciò che è estraneo e che costituisce motivo d’inquietudine.
Da qui il tema centrale del romanzo, una riflessione ben articolata sul problema dell’immigrazione, dell’accoglienza, dei rapporti con chi si considera “diverso” per religione, per etnia, per orientamento sessuale. È un discorso che comprende valutazioni basate su un concetto di pietas diverso in ogni individuo e valutazioni più generiche che attengono più specificamente alla politica.
Non a caso Montanari afferma: “Quelli che sono favorevoli all’accoglienza devono fare discorsi complessi, spiegare che l’ondata migratoria non si può arrestare, ma solo gestire, magari risalire alle responsabilità dell’Occidente [……] dire che il mescolarsi di razze è cosa positiva […..]. I populisti di destra fanno un discorso semplicissimo: questa è casa nostra, stiamo bene senza di loro, cacciamoli fuori. Stop. [….]”
Il rapporto Milo – Adam offre all’autore l’opportunità di valutare tutte le difficoltà reali che il tema dell’immigrazione solleva, al di là di ogni retorica o di paternalismo, che rischierebbe di degenerare in un buonismo ipocrita. Adam, infatti viene visto nei suoi lati positivi, senza però trascurare né i suoi difetti né le sue colpe. Così la generosità di Milo si alterna a momenti di diffidenza e sfiducia, specialmente nel momento in cui si trova a dover gestire situazioni di potenziale violenza.
Nonostante la serietà del tema centrale del romanzo, il racconto è alleggerito dal susseguirsi di eventi che creano suspense e rendono la lettura scorrevole e piacevole.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
230
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.4 (2)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Di bestia in bestia
I qui presenti
La vita a volte capita
Errore 404
La stagione bella
Dimmi di te
Fumana
Nina sull'argine
Liberata
Un millimetro di meraviglia
Nannina
La neve in fondo al mare
Chiudi gli occhi, Nina
Magnifico e tremendo stava l'amore
Dove la luce
Il nostro grande niente