Dettagli Recensione
ricordo, tre uomini
Si inizia con la lettera A, Aceto quindi Arcobaleno.
Le prime lettere di un vocabolario di lingua straniera e bambini che imparano vocaboli nuovi.
Poi e’ una vecchia poltrona in una casa decadente, la vita che scivola dalle mani callose lasciando alla carta ricordi ed esistenze.
Sono tre uomini del passato che popolano il racconto.
L’assassino, colui che uccise impietoso sostenuto dai propri ideali, estraneo e’ il rimorso e sconosciuto il pentimento. Il missionario, la solidità nella figura dell’uomo che scelse l’Africa, poi vinto dall’incuria altrui si arrese al potere della polvere. Ed infine il vagabondo, l’ospite sempre di passaggio.
Non privo di tratti in cui intinte le dita di acquerello sottolineo righe poetiche, come non manco mai di fare negli scritti di De luca, questo suo lavoro non mi convince affatto.
Il libro e’ cupo, scoordinato, non emerge formalmente e le lunghe elucubrazioni rendono a mio avviso il testo spento, intransitivo. Anemica di emozioni ed empatia, lo ho trovato poco appetibile e per nulla degno di nota.
Indicazioni utili
- sì
- no