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Da Grandi ci si ammala
Premetto che alcuni romanzi di Ammaniti (Ti prendo e ti porto via, come Dio comanda, che la festa cominci ecc..) li ritengo eccellenti sia per stile che per contenuto. Questo autore riesce a descrivere eventi drammatici e tragici con crudezza, senza mai scadere nel volgare o nel fastidioso (soprattutto nei racconti). In questo romanzo la protagonista assoluta è Anna, ragazzina tredicenne. Nella Sicilia (e nel globo) del 2020 si è diffuso con violenza un virus letale che ha decimato la popolazione adulta. Soltanto i bambini sono immuni all’epidemia (definita "La rossa"). Ma appena questi ultimi divengono adolescenti cominciano ad avvertire i sintomi della malattia, presente all’interno del loro organismo, che si svilupperà inevitabilmente con la crescita, portandoli allo stesso destino di morte già riservato ai loro genitori. Anche il padre e la madre di Anna hanno subito questo repentino decorso. Negli ultimi giorni di vita la madre fornisce la figlia di un quaderno con le "Cose utili" facendo promettere ad Anna due cose: badare e fungere da baluardo al fratello minore Astor ed insegnare a leggere allo stesso. La ragazzina viene investita di queste responsabilità, ed in mezzo ad un mondo sempre più devastato e preda della natura, cerca di sopravvivere procurandosi con fatica il cibo, nascondendo se stessa ed il fratello nella casa materna. In questo contesto accade un evento drammatico che induce Anna a lasciare il proprio rifugio: il rapimento di Astor da parte di una banda (di altri adolescenti) che "raccoglie" i bambini per condurli . La ragazza parte immediatamente alla sua ricerca, legata al giuramento fatto alla mamma morente. Si trova in panorami da dopo bomba, tra edifici in disfacimento, strade disastrate, personaggi morenti e pericoli. In questo viaggio viene affiancata da un cane che si rivelerà una sorta di angelo custode (ispirato a London come affermato dallo stesso autore) e da Pietro. Questi è un coetaneo il cui scopo è riuscire a trovare delle scarpe di una determinata marca che avrebbero poteri taumaturgici sinanche a scofiggere "La rossa". In questo viaggio ci si emoziona e ci si immedesima. Si fa il tifo per questa bambina obbligata a crescere e che, con coraggio indomito, affronta pericoli e si getta nelle situazioni più difficili. Il contesto non si limita al tipico racconto fantascientifico, si va molto al di la del romanzo di genere. Folgorante l'incontro con un gruppo di bambini così piccoli da non essere in grado di utilizzare il linguaggio, con una regressione agghiacciante allo stato semi animale. Al termine del libro non si può non essersi affezionati alla protagonista: unico neo il finale aperto; l'idea di base è buona, dovrebbe essere sviluppata proseguendo l'avventura di Anna anche in altri episodi. Questo testo sembra infatti quasi preparatorio per un ciclo epico moderno che francamente se non arricchito risulterebbe incompleto.