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La malia della giovinezza
L’estate dell’incanto di Francesco Carofiglio è un libro intenso e profondo, che colpisce nell’intimo per profondità d’animo e intensità della vicenda narrata.
L’estate dell’incanto di cui si fa riferimento nel titolo è l’ultima estate di spensieratezza e d’innocenza, dalla quale dopo nulla sarà più come prima. La protagonista che ci narra la storia è Miranda, ormai oggi ultranovantenne, rammenta la sua giovinezza, perché la memoria è:
“uno spazio bianco, che si distende e si contrae. E rende tutto presente.”.
Siamo nel 1939, quando lei e la sua mamma si recano a trascorrere le vacanze estive a casa del nonno a Villa Ada, sulle alture pistoiesi. Villa Ada era:
“una cascina , con una costruzione di muri squadrati, che ritagliava una sagoma netta nei tramonti che infiammavano la valle. Intorno alla casa c’era un prato circondato da una siepe, poi l’aia, il pollaio, e la stalla, con Aldo, un vecchio cavallo maremmano.”
Nonno Ugo era un pittore, ma era anche un uomo profondamente solo e molto burbero. La bambina ne era al contempo affascinata ed intimorita. Lì inizia, comunque, la scoperta di un mondo diverso da quello in cui è sempre vissuta, in cui vige una concezione dell’amore alla Emily Dickinson, per cui:
“L’amore è tutto/ è tutto ciò che sappiamo sull’amore/ e può bastare che il suo peso sia / uguale al solco che lascia nel cuore”.
Un romanzo avvincente, un romanzo di formazione che segna la fine dell’innocenza e della sua magia intrinseca. Si inizia la giovinezza, con un diverso vissuto, carico di dolori e di sentimenti, di passioni e di gioia. Attraverso il ricordo viene narrata una storia intima ed intimistica, che non può che incantare il lettore per la sua leggiadria e per la sua armonia intrinseca.