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Formarsi sotto mille influenze
“Presunzione” è la seconda pubblicazione di Luca Mercadante, che gli è valsa una menzione alla trentesima edizione del prestigioso Premio Calvino.
È stato interessante confrontarmi con il lavoro di un autore che è stato mio concittadino e che ha ambientato questo romanzo proprio nel contesto della provincia di Caserta, nella quale sono cresciuto. Pur appartenendo a due generazioni diverse ho provato una sensazione di familiarità non solo nei luoghi da lui descritti, ma anche nel contesto e nelle situazioni che tratteggia con la sua penna, devo dire, piuttosto buona e scorrevole. Questo mi ha aiutato a empatizzare soprattutto col protagonista, anche se lui viene dal contesto di Villa Literno in cui più si sente l’impronta della camorra, qui un po’ più celata (ma comunque presente). Il romanzo si concentra infatti sulla crescita di questo ragazzo, investito dalle influenze più disparate: quella di suo zio Piero, che lo incita a più riprese a scappare dalla sua terra; quella dello zio Nicolino, rappresentante neanche tanto celato di Quelli-llà, che si può facilmente immaginare chi siano; quella di suo padre, che di tutti è forse il più ambiguo e infine l’influenza che inevitabilmente investe ogni ragazzo negli anni dell’adolescenza. Tutti questi influssi porteranno Bruno Guida a crescere in una situazione turbolenta, per nulla aiutata dal suo carattere che, in fondo, nasconde un po’ di quella Presunzione evidenziata dal titolo.
Bruno Guida si reputa diverso da tutti i ragazzi con cui ha avuto a che fare nei primi anni nella sua vita. I ragazzi di Villa Literno sono soggetti a pregiudizi: confinati nella terra che per tutti è quella della camorra e della malavita finiscono per esserne additati come componenti, pur essendone spesso staccati. Bruno non accetta questa “etichetta”, ed è per questo che decide di frequentare il liceo Benedetto Croce di Caserta, pur essendo piuttosto lontano da casa sua. Bruno vuole distinguersi dai suoi compaesani; lui è tutt'altra persona e sente in sé un’ambizione che lo proietta verso grandi cose.
Quali siano queste grandi cose, però, non gli è poi così chiaro.
Lo scossone che cambia totalmente la vita al protagonista è la morte dello zio Piero, fratello gemello di suo padre, che per questa perdita si lascerà andare alla più completa follia. Essendo convinto che dietro la morte di suo fratello ci siano Quelli-llà, il padre di Bruno formerà un’organizzazione anti-camorristica che lo assorbirà totalmente proprio quando suo figlio ha più bisogno di lui. Alla figura paterna proverà a sostituirsi quella dello zio Nicolino, quello rispettato da tutti, perché dai suoi affari è meglio stare alla larga. Tra questi eventi piuttosto difficili da affrontare per la psiche di un adolescente, ci sarà spazio anche per quelle situazioni che ogni adolescente affronta: la scuola, gli amici, l’amore.
Un romanzo di formazione interessante in un contesto piuttosto inedito, che può valere la pena approfondire.
“Fu così che la mia famiglia, dopo aver smarrito il timone (che era mio padre fino a qualche tempo prima) perse anche l’ancora. Cosa che mi faceva più paura, perché senza una direzione si ha pur sempre la speranza di arrivare da qualche parte. In assenza dell’ancora, l’unica certezza è che la barca sarà per sempre in balia delle onde.”