Dettagli Recensione
Uno strappo nel cielo di carta
Romanzo breve tutto dedicato al senso della scoperta, dell’inganno e del disincanto. Agostino è un ragazzetto in villeggiatura al mare con la madre vedova , ancora giovane e avvenente. Tra la cabina e l’ombrellone, la loro estate scorre lieta e serena , la mattina in spiaggia, il pomeriggio a casa per una siesta rigenerante, per tornare al lido la sera. La loro routine è scandita dall’immancabile giro in patino, al largo, la mattina, per fare il bagno; Agostino rema orgoglioso, consapevole dello sguardo di ammirazione degli altri bagnanti, sguardo che li accompagna mentre loro, coppia perfetta, si avviano verso la linea dell’orizzonte. È Agostino il più orgoglioso, soprattutto perché ha convinto la madre a liquidare il marinaio che li accompagnava le prime volte. Un giorno però un’ombra si staglia , ritta e fiera, presso il loro ombrellone; oscura il sole, mina la felicità, modifica gli equilibri: un giovanotto prestante invita la donna all’uscita quotidiana sul patino e il ruolo di Agostino viene lentamente a decadere. Inizialmente l’ingenuo ragazzetto accompagna i due diventando complice di incontri la cui natura non è ancora in grado di definire, solo in seguito ad un alterco con la madre, un giorno decide di non stare con loro e , offeso e risentito per uno schiaffo materno, si rintana nella cabina,incapace di qualsiasi azione. Sarà un ragazzetto del popolo, giunto dalle spiagge limitrofe a quelle elitarie degli stabilimenti a strapparlo dalla visione edulcorata della realtà nella quale è immerso . Si è introdotto in cabina per sfuggire agli altri in quella che parrebbe una comune battuta di “Guardie e ladri”; gli altri: una masnada di ragazzotti della peggior specie ai quali l’intrepido riesce a condurlo. Da quel momento in poi l’estate di Agostino diventa al tempo stesso fuga, pericolo, scoperta, dolore fisico e morale, iniziazione sessuale o almeno un primo approccio indiretto e nelle sue manifestazioni meno edificanti, passando per pederastia e prostituzione. Le esperienze forti alle quali si esporrà, spesso in maniera inconsapevole e ingenua, altre volte per appagare un improvviso moto di curiosità che diventa sempre più prepotente nella misura in cui riesce ad allontanarlo dalla madre, faranno di lui un giovanotto confuso, irrisolto e forse consapevole di non essere ancora divenuto uomo.
Questo breve romanzo rappresenta nella produzione di Moravia un tassello importante, cronologicamente è quello che lo restituisce alla scrittura dopo l’esperienza forte della guerra e della vita alla macchia in Ciociaria; è quello inoltre che lo conferma grande scrittore con plauso del pubblico, scalza “Cristo si è fermato a Eboli” dell’amico Carlo Levi dal podio del vincitore del premio istituito dal “Corriere Lombardo”; è infine quello che lo stesso Moravia definì la “cerniera” tra la prima produzione e la successiva. Si inserisce in un filone letterario che ha per oggetto le inquietudini adolescenziali, a me ha ricordato in particolare “I turbamenti del giovane Torless” di Musil e in maniera prepotente anche “Dietro la porta” di Bassani, uno precedente , l’altro successivo; introduce nella produzione di Moravia il tema dell’eros, in una delle tante e possibili sfaccettature. Gode di un respiro particolare che appoggia il suo afflato sulla rappresentazione dell’ambiente marino: il mare, la spiaggia, il cielo, la foce prepotente di un rio, la successione di lidi attrezzati alla migliore villeggiatura e la sporcizia della spiaggia libera, quella vera, quella di un’altra possibile vita, “uno strappo nel cielo di carta”…
Indicazioni utili
I turbamenti del giovane Torless
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |